Dieci piccole regole per vivere al meglio questo tempo digitale
venerdì 20 marzo 2020

Ce lo ripetiamo ogni giorno, da giorni: quello che stiamo vivendo, cambierà tutto. Non so se alla fine sarà davvero così, ma so che questa emergenza ha convinto anche i più critici che il digitale sia una risorsa. A patto di imparare tutti a usarlo bene. E per farlo dobbiamo partire da alcune regole di convivenza civile.Per esempio, il tempo degli altri non è infinito. E anche se queste giornate ci costringono di più in casa, non significa che possiamo bombardarci a vicenda con catene e messaggi, video divertenti o indignati. Anche i social, WhatsApp e Messegner dobbiamo imparare ad usarli meglio. Se condividiamo informazioni, per esempio, sforziamoci prima di avere controllato se sono veritiere. A nessuno serve anche un’epidemia di fake news, che crei ansia, confusione, dolore o quant’altro.


Lo so che suona un po’ brutale, ma, se vogliamo migliorare le nostre relazioni digitali, dobbiamo darci tutti una regolata. Dobbiamo fare meno per fare meglio. Imparare a limitare i post che facciamo e a usarli per comunicare bene e il bene. Per essere utili agli altri e non di disturbo. Per creare coesione e non divisione. Trent’anni di talk show, pieni di liti tra politici, intellettuali, giornalisti e gente famosa hanno fatto credere ad alcuni che le risse verbali, l’intolleranza, l’ironia cattiva e l’odio siano armi potenti. E lo sono. Ma usarle per colpire persone fragili che vivono in questi giorni nell’incertezza, nella paura, nel dolore e nel dubbio è un atto da vigliacchi.
Mentre scrivo mi torna in mente una regola molto semplice che ci avevano insegnato quando nelle case esistevano solo i telefoni fissi: non si telefona in un’abitazione, a meno di questioni di vita e di morte, prima delle 9 di mattina e dopo le 9 di sera. Letta oggi appare datata, perché i nostri smartphone sono spesso accessi 24 ore su 24. E quindi, a chi ci cerca su WhatsApp, per fare un esempio appariamo «online» sempre. Ma non è vero che siamo disponibili 24 ore al giorno. Eppure c’è chi manda messaggi all’una di notte o alle 6 di mattina, perché non riesce a dormire, incurante del fatto se il ricevente abbia tolto o meno la suoneria del cellulare e se quindi il suo messaggio «fuori orario» finirà per svegliarlo.
Sono cose minime da seguire, mi rendo conto. Ma sono quelle cose minime che possono migliorare o peggiorare il nostro modo di restare connessi, ora che gli incontri personali si devono evitare.Sono cose minime che prima di tutto ricordo a me stesso e ai miei familiari.

Per questo a casa ho fatto un piccolo foglio con una sorta di decalogo digitale. Non credo certo sia perfetto, ma mi permetto di conviderlo con voi, sollecitandovi ad aggiungere altre voci che vi vengono in mente.
1) Il tempo degli altri è prezioso: non subissarli di messaggi, mail, catene, video, post o spam.
2) Ogni volta che stai per postare qualcosa sui social, chiediti: è utile?
3) Se vedi sui social un contenuto dubbio, prima di postarlo verificalo.
4) Se non puoi, non vuoi o non riesci a verificare un contenuto, non condividerlo.
5) Ogni strumento digitale può essere prezioso, ma non abusarne.
6) In questi giorni, più che mai, cerca di non essere aggressivo con chi incontri online. Siamo tutti più fragili.
7) Usa il digitale per rimanere connesso con gli amici. Ma in un modo vero, sincero, profondo.
8) Quando con la tua Rete internet da casa puoi fare tutto, ricordati che il mondo è «online» ma non tutto (anche in Italia molti non sono connessi) e non tutti lo sono allo stesso modo.
9) Questo tempo, più che mai, esige che rispetti gli altri. E che silenzi chi semina odio e falsità.
10) La prima regola per stare bene nel digitale è semplice: applica la buona, antica e sana educazione che ci hanno insegnato da bambini. È analogica ma funziona benissimo anche nel digitale.



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