Parole in libertà, in giorni senza libertà: chiusi per virus, non possiamo fare. Ma possiamo continuare a pensare…
Giorno 38
Milena ha 8 anni, e ogni due settimane quando deve andare a Pisa vuole che la mamma la accompagni, perché tutti quei dottori la spaventano un po’. Così l’altro ieri è salita in macchina anche con il papà e il fratellino ed è andata all’ospedale Santa Chiara per il controllo periodico. Milena lo deve fare due volte la settimana, da quando lotta contro la leucemia ed è stata sottoposta al trapianto di midollo.
L’esame è andato bene. Quello che è andato peggio è stato il posto di blocco della Polizia Stradale che li ha fermati nel tragitto di ritorno vicino a Livorno. Documentazione in regola, motivo della trasferta più che giustificato (e ci mancherebbe) ma in auto erano in quattro (eh no) e la presenza della mamma e del fratellino di Milena era in contrasto con le restrizioni previste dalle norme anti-Covid.
Loro hanno provato a spiegare ai poliziotti il motivo della presenza della mamma, che non guida, e perché era importante che ci fosse. E che la scelta di lasciare a casa da solo un bambino di 11 anni era impraticabile. Hanno provato a chiedere chi mai avrebbero messo in pericolo viaggiando tutti insieme sulla stessa auto. Hanno ricordato che il motivo del viaggio non era una allegra scampagnata, che avrebbero certamente preferito restare a casa. E aggiunto, tra l'altro, che una multa di 533,33 euro per il papà di Milena attualmente in cassa integrazione significava più o meno lo stipendio di un mese. Niente da fare, le regole sono regole: faccia pure ricorso, hanno risposto gli integerrimi poliziotti, ma intanto questo è il verbale.
Ecco, racconto questa storia di violazione minima del coprifuoco perché pur essendo stata battuta ieri da tutte le agenzie, probabilmente non la troverete sui giornaloni di oggi. O almeno sulla maggior parte di essi, troppo impegnati a dedicare spazio alle furibonde polemiche politiche su riaperture, Mes e app di tracciabilità, e alle imperdibili inchieste su Case di Cura per anziani, solo di alcune, dove (incredibile) muoiono molti anziani, esattamente come nelle altre che però non meritano indagini. Ed è un peccato invece che non si dedichi alla piccola disavventura di Milena almeno un trafiletto. Non perché sia utile fomentare anche qui l’indignazione, ma semplicemente perché è successa, e perché questa è la vita che in fondo ci interessa di più.
La realtà è la sola cosa al mondo alla quale non ci si abitua mai completamente, ma per continuare a farlo e a raccontarla, credo che occorra allenare la propria coscienza a riconoscere e a far prevalere ciò che è giusto rispetto a ciò che è regola. Una delle migliori definizioni dell’intelligenza è proprio “flessibilità”: la capacità di scegliere le soluzioni in base al momento, al buon senso e alla circostanza. Qualcuno ci prova, altri no: legittimamente, ci mancherebbe. Come hanno fatto quei poliziotti. Che mi piacerebbe immaginare abbiano aggiunto una parola al verbale. Se non l’hanno fatto, a Milena e alla sua famiglia, le scuse le faccio io.