Siamo tutti esseri in relazione ed è proprio questa la nostra “cifra divina”: Dio è egli stesso relazione e noi siamo stati fatti a sua immagine e somiglianza. L’apertura al mondo e agli altri è il segno più evidente della nostra identità e del nostro destino, che ci chiama a diventare sempre più sorelle e fratelli dell’eternità. Ecco perché la relazione non è mai semplice somma delle persone che vi partecipano ma diventa una realtà a se stante, diversa dai singoli soggetti eppure costruita assieme ad essi. E proprio su questa consapevolezza che si fonda l’indagine attorno al “mistero” della relazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo da cui nacque il «De Trinitate» di sant’Ilario, proclamato dottore della Chiesa da Pio IX nel 1851. Si tratta di un’opera profonda e complessa, espressione di una rara conoscenza delle Scritture e pensata per contrastare il diffondersi delle eresie come l’arianesimo, che negava la divinità di Cristo. Uno scritto che testimonia il fascino esercitato dalla Parola di Dio su Ilario, nato forse nel 315 da famiglia pagana e formatosi alla luce della filosofia neoplatonica. Attratto dalla testimonianza dei cristiani e dalla bellezza della Bibbia, Ilario chiese il Battesimo e subito dopo, attorno al 353, venne scelto come vescovo di Poitiers. A causa dell’odio dei teologi eretici subì sei anni di esilio, ma dagli studi coltivati in questo periodo nacque proprio il «De Trinitate». Morì nel 367.
Altri santi. Beata Veronica da Binasco, vergine (1445-1497); beato Emilio Szramek, sacerdote e martire (1887-1942).
Letture. Romano. 1Sam 9,1-4.10.17-19;10,1; Sal 20; Mc 2,13-1.
Ambrosiano. Es 6,1-13; Sal 92 (93); Rm 9,1-5; Mt 5, 17-19.
t.me/santoavvenire
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