Nelle lezioni relative agli abbinamenti ideali tra cibo e vino non si fa quasi mai riferimento al tempo. Ma sì, le condizioni meteorologiche determinano i consumi. L"estate, per esempio, fa venire voglia di freschezza, che nei cibi si esprime sia con la temperatura, sia con la presenza dell"acidità. Oppure si ricerca l"effervescenza. Unite questi tre fattori e avrete la birra. Ora, è quasi un paradosso che nel mondo non si bevano vini frizzanti, eccezion fatta per lo Champagne, mentre la birra vada forte a ogni latitudine. In Italia ha preso piede una piccola rivoluzione, che ormai sta invadendo tutto il paese: i microbirrifici. Non sono figli delle birrerie, che a un certo punto hanno assunto la veste di operazioni di marketing con musica assordante, sponsorizzate da qualche marchio facoltoso, e neppure delle fabbriche che hanno avuto fortuna nel nostro Paese. I microbirrifici rappresentano la caduta del muro dell"indistinto, della birra omologata a un solo gusto e sono un"espressione di creatività. Chi assaggia una birra fatta a dovere, magari secondo la scuola dei monasteri del Belgio piuttosto che dei mastri birrai della Franconia, non torna indietro. E ce n"è per tutti i gusti. L"ultima nata è una birra alle rose, fatta a Busalla nella vecchia Fabbrica di Birra che ha ripreso quota da pochi anni. La loro Birra alla farina di castagne, più autunnale, è finita subito nelle carte dei vini dei migliori ristoranti. Microbirrificio di successo è poi a Piozzo, vicino a Mondovì, dove Teo Musso ha inventato il marchio Baladin e la sua birra scura Nöel, in magnum, è un trionfo. In Lombardia si va a Lurago Marinone dove Agostino Arioli, fa spumeggiare la sua Cassissona, che ricorda il cassis francese e la ciliegia, mentre in Valtellina, uno della famiglia del mitico amaro Braulio, Edoardo Tarantola, è socio del birrificio Stelvio, che fa la chiara birra omonima. L"ultima scoperta arriva da Sciacca (Agrigento) per una straordinaria birra pilsner, prodotta da Ceria. E siamo solo all"inizio.