Per pubblicizzare i preservativi non sarà più necessaria l'autorizzazione del Ministero della Salute. Lo stabilisce un decreto firmato dal viceministro Pierpaolo Sileri e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di sabato scorso. La questione pone seri dubbi anche sotto il profilo giuridico. Secondo il Decreto legislativo 46 del 1997, infatti, la pubblicità dei dispositivi medici, compresi quelli che modificano «un processo fisiologico», oppure che intervengono «sul concepimento», è subordinata al via libera del Ministero. La modifica della disciplina, ora, viene da un decreto ministeriale. Vale a dire da una norma di rango inferiore. Attenzione: il diritto costituzionale insegna che un decreto ministeriale non può contrastare con una legge dello Stato. Da qui, a norma della nostra Carta fondamentale, sembrerebbe dunque discendere l'illegittimità di quanto posto in essere. Il provvedimento vorrebbe poi favorire la riduzione delle malattie sessualmente trasmissibili, ma può aprire la porta a campagne per i giovani dai contenuti educativamente discutibili, che puntano al massimo consumo di un prodotto che da tempo alcune associazioni intendono reclamizzare e diffondere nelle scuole.
Marcello Palmieri
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