I mosaici di padre Marco Ivan Rupnik e del suo atelier ( bit.ly/3BoXQRB ) sono divenuti, nel giro di qualche lustro, popolarissimi: non è raro, in Rete, trovare utenti che ne scelgono le riproduzioni per illustrare i loro post, specie se di argomento biblico. Tra le 184 realizzate in tutta Italia (le più note: la cappella Redemptoris Mater nel Palazzo apostolico vaticano e la chiesa di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo) c'è anche una chiesa di Bologna: la parrocchia del Corpus Domini, in un quartiere alla periferia est della città. A questa realizzazione, conclusa nel 2014, sono dedicate alcune puntate della rubrica "I capolavori dell'arte italiana" che Marco Tibaldi, laico, direttore del petroniano Istituto superiore di scienze religiose "SS. Vitale e Agricola", tiene da diversi anni su "Radio Maria" il terzo martedì del mese; la seconda è andata in onda ieri. Gli ultimi podcast non sono disponibili sul sito dell'emittente, ma l'autore, che ha molta e antica dimestichezza con i media ed è ben presente sui social, poche ore dopo ne pubblica il testo sul proprio sito ( bit.ly/3zic19e ). Le parole di Marco Tibaldi, ci accompagnano davanti ai mosaici, che egli predilige anche per motivi personali, senza tralasciare alcun dettaglio, continuamente sottolineando «la prima caratteristica» dell'opera: «Come il mosaico è fatto di tante tessere che conservano ciascuna la propria identità, come anche i propri spigoli, e che solo assieme formano un disegno armonico, così quest'opera d'arte non è stata vissuta come realizzazione di una committenza ma come un vero lavoro comunitario», incentrato sulla bellezza della Messa, di cui rilegge la I Preghiera eucaristica. Ma per chi sentisse il legittimo bisogno di accompagnare con la visione delle immagini l'ascolto o la lettura di queste lezioni, è tuttora attivo in rete un sito dedicato all'opera ( bit.ly/3kC46zt ). Aggiungo che di questi mosaici del Corpus Domini mi è caro un dettaglio: il mare in tempesta navigato da san Paolo e narrato negli Atti degli apostoli. Dato che il mio profilo Facebook riflette soprattutto la rubrica che state leggendo, di cui la "navigazione" in Rete è l'indispensabile fonte, l'ho posto da diversi anni come immagine di copertina.