Un po' me l'aspettavo: il rallentamento nell'intensità delle notizie religiose registrato intorno alla Pasqua altro non era che il preludio di una forte ripresa. Che porta il segno di due iniziative pubbliche ravvicinate di papa Francesco: sabato, l'indizione ufficiale del Giubileo straordinario della misericordia, con la bolla Misericordiae vultus; domenica, la memoria del centenario del martirio armeno, definito in termini di "genocidio". Le discussioni su questi argomenti occupano da sole il 40% dei post che ho scrollato a cavallo dell'ultimo week-end. E sono segnate da due parole-chiave che più distanti non potrebbero essere: non ha misericordia chi progetta e attua un genocidio.Si avvicina frattanto l'Expo di Milano, che – come sanno anche le rondini appena ricomparse sotto il tetto di casa mia – sarà dedicata al cibo. Nella Sala Stampa vaticana è stato presentato il padiglione della Santa Sede: «Non di solo pane» e «Dacci oggi il nostro pane» sono le citazioni bibliche che lo caratterizzeranno. E mentre alla "Radio Vaticana" (tinyurl.com/llnxdkc) monsignor Pompili cita le 15mila strutture caritative che, in Italia, «attraverso i banchi alimentari, le mense o altre forme di intervento più innovative, offrono aiuto a chi ne ha bisogno», mi viene subito in mente che ho letto, su "Vatican Insider" (tinyurl.com/l6cn2sz), di una parrocchia del Bresciano (un'ora di autostrada dall'Expo) che a Villa Pedergnano ha messo al lavoro la terra di un piccolo campo incolto, un po' di volontari e quasi due quintali di patate, destinando il raccolto, tramite la Caritas, alle famiglie bisognose.Nel bene e nel male, si sa che l'informazione digitale spesso salta le gerarchie. Qui mi mette accanto la Santa Sede e la parrocchia di San Giorgio Martire, nel nome del pane e delle patate: due parole-chiave che più prossime non potrebbero essere.
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