Ci sono molte festività che parlano con il loro stesso nome. Una di queste è la festa dell'Assunzione di Maria, con cui fin dal VI secolo la Chiesa sostituì l'antica festa delle feriae Augusti, cioè, letteralmente, delle ferie di Augusto, da cui il Ferragosto, che aveva un carattere pagano e agricolo. Il regime fascista la rilanciò come vacanza mangereccia e “fuori porta” che, nel nome e nei fatti, mortificò il suo contenuto religioso. Venerdì scorso tutti i quotidiani hanno pubblicato la notizia che il Consiglio di Stato ha dato «l'ultimo via libera alle unioni civili: “primi sì a Ferragosto”», citazione da La Repubblica (venerdì 22), che l'ha pubblicata come apertura del giornale, aggiungendo il particolare che alcuni Comuni hanno «creato un numero di telefono ad hoc» per le prenotazioni e altri annunciano che «la precedenza sarà data alle coppie con problemi di salute». Per la “celebrazione” altri ancora offrono «la location più bella» (l'inglese è come il francese di quando qualche “signore” spiantato si consolava assicurando che «a casa mia magari non si mangia, ma si parla francese»). Il sindaco Tosi, a Verona, è il “top”: mette a disposizione il famoso «balcone di Giulietta e Romeo». Viareggio offre la spiaggia, Roma le Terme di Caracalla, Vicenza i suoi palazzi storici, tutti alle stesse tariffe dei matrimoni civili. Per le omocoppie sono già in vendita anche i «confetti arcobaleno». Torniamo al principio: è evidente che così è il Ferragosto che ripesca il suo contenuto pagano e – a questo proposito, per questa volta e per fortuna – non si è parlato di festa dell'Assunzione: il nome di Maria – l'Immacolata, la Sposa, la Madre, la Vergine, l'Assunta – non è stato toccato. È sempre Maria, anche nelle traversie, la Mater boni consilii e la Causa nostrae laetitiae.FAMIGLIE A TERMINEIl Fatto Quotidiano, invece, propone (lunedì 11) «relazioni a tempo determinato per far funzionare la famiglia». Ecco la formula: «Facciamo che stiamo insieme per altri due anni. Sei mesi prima della scadenza ci incontriamo in luogo neutro e senza bambini, per decidere se rinnovare o meno l'impegno. Si può recedere unilateralmente, si rinnova solo consensualmente... Ci vorrebbero relazioni a tempo determinato per far funzionare la famiglia. Perché c'è una idea platonica di famiglia che è quella in cui ti svegli e corri giù a fare colazione insieme a una donna sorridente e bellissima e a un manipolo di bambini pettinati e obbedienti. E poi c'è quella vera, che ci si arrabbia perché hai dimenticato di prendere le zucchine... Invece essere consapevoli che tutto può avere una fine certa, cambierebbe le carte in tavola. Hai paura che finisca? Allora ti impegni. Butti le immondizie con il sorriso, ci pensi un secondo in più prima di mandare l'altro a quel paese, non dimentichi il “grazie–prego”...». Tutto qui? (Ma ho tradotto almeno cinque parolacce).
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: