Sul suo blog dichiaratamente «non vaticanistico» ( bit.ly/3AYLzFp ) Lucio Brunelli ha annunciato, alla fine del 2021, un ritratto al mese di alcune «persone straordinarie» incontrate nella sua lunga carriera. In effetti, dopo il primo (Cejka Stojka, già recensito qui), ne ha pubblicati solo altri 5: sul rabbino Elio Toaff (26 gennaio), sulle Missionarie della carità martirizzate nello Yemen (21 febbraio), sul giornalista Alver Metalli (20 aprile), sul venditore ambulante vaticano Alfredo Chiarelli (10 giugno) e su Giulio Segre (20 luglio), ebreo che da bambino sfuggì alla deportazione perché il parroco di Courmayeur, don Cirillo Perron, lo ospitò in canonica per 18 mesi facendolo passare per suo nipote. Il tempo estivo, come consente un uso meno compulsivo dei dispositivi digitali, così permette anche di accostarsi con calma a pagine come queste, e di apprezzare il respiro con cui sono redatte, la cura stilistica, la singolarità dei dettagli, le immagini originali che le illustrano, la non nascosta ammirazione che lega l'autore a ciascuna delle figure ritratte. Nell'attesa di leggere gli altri che Brunelli ha già in cantiere, si può votare questa «cinquina». Quello di Chiarelli è il più divertente, pur con un suo spessore; quello di Metalli il più personale, riflettendo un'amicizia lunga quarant'anni; quelli di Toaff e di Segre i più carichi di memorie storiche. E infine quello delle suore yemenite è il più drammatico e insieme il più pieno di speranza cristiana: «Guardavo quella donna rinata e il mio interprete musulmano, stupito e commosso dal modo in cui delle suore cattoliche avevano trattato la sua connazionale devastata dalla vita», scrive Brunelli di un episodio avvenuto durante il primo incontro con le religiose. «Pensavo a come è diverso il modo in cui Dio agisce nel mondo, rispetto ai nostri presuntuosi ragionamenti».
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