Potenza di un mito, quello di don Camillo. Che grazie alla concretissima preoccupazione per il Po, ancora una volta minaccioso nella bassa reggiana, rivive in Rete e non di meno sulla carta stampata in un'iniziativa del vero, attuale parroco di Brescello, che si chiama Evandro Gherardi e che va in processione col crocifisso, per fermare la piena, là dove l'Enza si getta nel Po, come il suo predecessore letterario nei racconti di Guareschi e poi nei film con Fernandel.Non è, naturalmente, il cattolink più cliccato degli ultimi giorni: mi ci hanno portato il 4%, delle pagine che ho visitato, contro il 28% di quelli diretti verso atti e parole del "Francesco feriale" e contro l'11%, a pari merito, per il sempre vivace "intersinodo" e per la strage nella sinagoga a Gerusalemme. Ma credo meriti uno sguardo un po' più approfondito. Intanto c'è il profilo, inevitabilmente poco guareschiano, dell'ottimo don Evandro, quasi sessant'anni, famiglia anticlericale, vocazione adulta. E dico "profilo" non a caso, visto che il presbitero ha una bella pagina Facebook (http://tinyurl.com/qfyshr8), attiva, se ben capisco, dall'inizio del suo ministero a Brescello. Forte di 1.747 amici e nutrita con moderazione – fino a qualche giorno fa – di sane passioni di provincia e di un paio di precedenti interviste come "successore di don Camillo".E poi c'è un cortocircuito. Un gesto della devozione rurale tradizionale – una processione per impetrare da Dio la grazia di non soccombere alla furia dei "suoi" elementi – che deve la sua persistente popolarità a un medium – il cinema, più che il libro – che l'ha raccontato e a un altro – la televisione – che l'ha letteralmente "immortalato". Ora l'atto di pietà popolare ritorna, ma reso più sentito e addirittura condiviso dall'opinione pubblica nazionale proprio perché "citazione" di quello di finzione. Diavolo di una tv…
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