venerdì 29 settembre 2017
Forse, il visionario voleva cantare l'anelito comune di essere tutt'uno con la natura, diventare infiniti. «…Un uomo che vive di foreste e voli d'aquile… Conquista vette e tocca il cielo… Beve neve, parla alle stelle…». Ma erano troppo dolorose, su di lui, le ferite di vivere: e non seppe andare oltre, la sua utopia finì quando l'uomo sognato «…un pomeriggio, su una salita, perse la vita». Non dev'essere stato facile, stare nei panni di Piero Ciampi, autore visionario che tanto male seppe affrontare e tanto bene riuscì ugualmente a dire della vita nelle sue canzoni. Ma che bello, assaporare ancora quelle parole piene consapevolezza, di ricerca e di senso. Canzoni come Cristo tra i chitarristi, che dice di un «Uomo in verticale» che accettò di morire come ognuno di noi, facendosi per sempre vicino a tutti i poveri cristi orchestrali della vita, ciascuno sul proprio Calvario. Di questo, alla fine, il visionario Piero cantò in una canzone struggente e forte. Sentiva solo «un concerto di chitarre» che «arriva e suona molto amaro» e ci accompagna sui baratri della vita. Ma subito aggiungeva: «Anche stasera da qualche parte c'è qualche Cristo che sale stanco e senza scampo, una salita». Consegnandosi e consegnandoci la speranza e la certezza, che nessuno è mai davvero solo. Nemmeno quando tutto sembra perduto, e attorno fa buio.
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