Nicola Sbetti
Ogni favola ha il suo lieto fine. Quello di Rashid Khan sembrava essere stato scritto in febbraio, quando, con un ingaggio di ben 550.000 euro, è diventato il primo afghano scelto da una squadra dell'Indian Premier League (Ipl), il lucrativo e spettacolare campionato indiano di cricket. Le superbe prestazioni sin qui offerte di fronte ai ben più blasonati colleghi hanno però chiarito che quest'astro nascente potrà aggiungere ancora molti capitoli alla sua storia personale e a quella del suo Paese. Sesto di sette fratelli, nasce nel 1998 nella martoriata provincia afghana di Nangrahar, al confine con il Pakistan. La sua gioventù è segnata dalla guerra e dal terrorismo ma anche dalla passione per il cricket. In Afghanistan mancano tradizione e infrastrutture - la federazione, nata nel 1995, è riconosciuta internazionalmente solo nel 2001 - e così da ragazzino Rashid Khan gioca sulla terra in mezzo ai sassi con le più economiche palline da tennis e da autodidatta impara, osservando i campioni pachistani alla televisione, l'arte di lanciare la palla ad effetto. La sua crescita come giocatore avviene in parallelo a quella della federazione afghana, che grazie ai soldi e alla volontà politica dell'International Cricket Council riesce rapidamente ad emergere dalle ceneri della guerra e a costruire campi e accademie in tutte le province del paese. Fin dall'esordio in nazionale, nell'ottobre del 2015, il suo contributo è fondamentale per portare l'Afghanistan a diventare la prima squadra fra quelle escluse dalla ristretta élite dei “full members”. Per raggiungere la gloria però non basta sconfiggere l'Irlanda o lo Zimbabwe, serve un palcoscenico globale come quello dell'IPL, che tra aprile e maggio fa convergere in India tutte le più grandi star internazionali, con l'eccezione, motivata politicamente, dei “cugini pachistani”. Per Rashid Khan già l'essere stato scelto è una vittoria, ma David Warner, capitano dei Sunrisers Hyderabad, lo vuole in campo fin dalla prima partita. Così, proprio nei giorni in cui l'amministrazione Trump decideva di sganciare sulla provincia in cui è nato la “madre di tutte le bombe”, Khan ripagava la fiducia contribuendo in maniera determinante ai successi della sua squadra. Sin qui sempre riconfermato e scelto due volte come migliore in campo, il giovane lanciatore non solo viene seguito con grande passione in patria, ma ha conquistato anche i cuori dei tifosi indiani e della critica internazionale. Per questo il governo afghano ha deciso di produrre un video sulla sua storia da usare come messaggio di speranza in patria e come strumento di soft power nei paesi, come l'India, in cui il cricket è sport nazionale.
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