Oggi la chiesa di San Lorenzo aveva misure più grandi del solito e ombre più scure dietro alle colonne antiche, ma le luci erano accese, la gente occupava molti banchi. Se non fosse strato d'obbligo coprire metà del viso per la sicurezza di questo male che libero gira il mondo si potevano vedere visi d'altro tempo, uomini e donne ancora giovani, che amavano incontrarsi, vedere, ascoltare. Non era la Messa della domenica, ma nell'atrio della chiesa coprivano la tomba di De Gasperi splendide corone di fiori come un saluto a un amico di sempre. Il sacerdote, solo, come ormai avviene in molte chiese, recitava la Messa con voce chiara e ricordava con parole semplici il corso della vita di un uomo che accanto alla sofferenza di una vita difficile aveva salvato la chiarezza della propria anima, ma aveva soprattutto pensato agli altri più che a se stesso. Il padre parlava e le sue parole che volevano arrivare all'anima di tutti sembrava girassero attorno alle antiche colonne che avevano sofferto il bombardamento della nostra ultima guerra, si fermavano ad ammirare gli antichi quadri, le infinite candele che la gente accende davanti al proprio santo cui crede, e la loro luce restava nel cuore di chi aveva bisogno di pace e di amore. Il fazzoletto bianco o nero nascondeva il viso a ognuno, ma non il pensiero, il ricordo di un tempo appena passato, o il desiderio di riprendere una via giusta e serena, dove il bene comune possa essere l'unico vero programma per i giorni di domani. Solo oggi con la nuova facilità di comunicazioni, vediamo le guerre, anche quelle lontane, sentiamo le grida di chi perde tutto e muore solo e ci accorgiamo d'improvviso di non soffrire per gli altri, ma di continuare la nostra giornata sfogliando il giornale per conoscere le altre notizie. Come insegnare ai nostri giovani ad amare: non solo una donna, non solo un uomo, ma la vita di ogni giorno con le sue difficoltà, le sue pene, i suoi sorrisi, il canto di un ragazzo per la strada, la carezza di un vecchio, lo sguardo di chi vede solo il male, il desiderio di vivere di chi ha perduto la casa, la propria terra e non sa dove potrà essere il proprio futuro. Come far capire ai nostri ragazzi che il mondo è di tutti, che va amato e condiviso nelle sue meravigliose qualità. Che soprattutto va aiutato nel suo modo di vivere, come era stato creato, non sfruttato finché si ribellerà e caccerà noi nel buio universo , senza pace, senza amore?
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: