Se li guardassimo tutti di seguito, come si fa con gli episodi delle fiction accessibili in streaming, sarebbero, più o meno tre ore di visione. Tre ore nelle quali ripercorrere il tempo del Coronavirus dal quale stiamo lentamente uscendo da un particolare angolo visuale che potremmo chiamare «nuovi media e pastorale». Sto parlando dei 18 tutorial sfornati settimanalmente dal WeCa a partire dall'11 marzo ( bit.ly/2Obn92a ), previsti ottimisticamente in poche puntate e conclusisi invece quattro mesi dopo, l'8 luglio. Le circostanze hanno imposto all'autore-conduttore, Fabio Bolzetta, un cambio di linguaggio. L'idea di formare, con questi strumenti, i singoli e le comunità cristiane a un utilizzo consapevole di internet e dei social network è rimasta; ma durante il lockdown non si potevano confezionare veri e propri tutorial, cioè lezioni in Rete corredate da animazioni, cartelli, inserti di immagini. Si sono realizzate allora delle interviste a distanza, da casa a casa, a figure significative per esperienza, collocazione geografica e sensibilità ecclesiale. La galleria comprende i responsabili delle comunicazioni sociali delle diocesi più colpite, come Bergamo, Brescia e Piacenza; quanti andavano misurandosi con le Messe, le preghiere e la catechesi online; gli esperti tradizionalmente vicini al WeCa, pronti a mettersi a disposizione tanto a livello tecnico (quali piattaforme preferire per le videoconferenze) quanto a livello mediaetico (come proteggersi dall'«infodemia», come affrontare la didattica a distanza). Bello che l'ultima puntata, il «finale di stagione», sia stata dedicata al vescovo di Pinerolo Derio Olivero ( bit.ly/2O6acGI ). Colpito dal Covid-19 in forma gravissima è riuscito comunque, attraverso i media, a rendere testimonianza: alle migliaia di ricoverati, come quando disse a "Vatican News": «Ho camminato due o tre giorni con la morte»; e ora, nell'intervista a Bolzetta, a tutti noi, quando ci raccomanda la cura delle relazioni: «Ci mancavano come l'aria».
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