Scegliendo come palco il blog di Costanza Miriano ( tinyurl.com/ n4phxaw ), dei cui libri si dichiara debitrice in materia di fede, Daniela Sacerdoti, italiana residente in Scozia, sposa e madre, scrittrice bilingue «midlist» (lo dice lei) e «rosa» (lo dice l'editore italiano), rende pubblica la sua conversione al cattolicesimo: sta percorrendo un «cammino catecumenale». La descrive come una scelta controcorrente, dalla quale si aspetta, specie dai social network, impopolarità. Con brio, precisa di aver registrato sinora, in privato, tre reazioni non proprio di consenso: bocca aperta, sottintendendo «diventi una credulona», non usi più il cervello; sfiducia, ovvero pregiudizio per tutto ciò che d'ora in poi dirà/farà; disprezzo, nel senso di rifiuto di atteggiamenti che ci si aspetta intolleranti verso ogni «non cristiano».
Seguono tre belle risposte per dire «non è vero», che provo a riassumere. Sulla questione della razionalità del credere, spiega di avere «i neuroni sul sedile di dietro e la fede al volante», perché «tutte le cose che so e che conosco non hanno senso se non ho direzione né speranza». Sulla questione della perdita di fiducia, rassicura che i cattolici «credono, pregano lottano, ma non sono perfetti», men che meno lei stessa; ciò che ora la fa diversa è avere «una colomba nel cuore». Sulla questione del disprezzo, descrive i cristiani come quelli che, nella diffusa cultura del conflitto, combattono con la pace, dicendo cos'è giusto e cosa sbagliato, ma senza odiare nessuno, perché «diventare cattolica non mi dà una tessera valida per giudicare gli altri».
Forse questa storia ci mostra, paradigmaticamente, come un adulto, oggi, in Occidente, può avvicinarsi alla fede cristiana, o forse essa conferma solo l'irripetibile singolarità di ciascuna conversione. Mi resta molta fraterna curiosità per il cammino che Daniela Sacerdoti sta facendo, e aspetto il suo quasi-annunciato blog italiano per saperne di più.
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