Contro la criminalità offrire una vita dignitosa ai poveri
martedì 15 aprile 2025

In un continente in cui storia e speranza si intrecciano con realtà ineludibili, il fenomeno della criminalità organizzata è una delle sfide più complesse dell’America Latina. A prima vista, sembra quasi incredibile che le pratiche criminali possano essere organizzate con tanta precisione, infiltrandosi nelle strutture della legalità. Tuttavia, l’esperienza e l’analisi di esperti come Dammer e Sampó dimostrano che, dopo decenni di lotta al narcotraffico, la criminalità nella regione si è evoluta, espandendosi in nuovi crimini e modellando le proprie azioni in base ai cambiamenti del contesto globale.

La storia si svolge in scenari quotidiani in cui la linea di demarcazione tra lecito e illecito si confonde. In un piccolo caffè del centro, dove si raccontano storie e si sussurrano confidenze tra i tavoli, si racconta che alcuni uomini d’affari hanno accettato alleanze strategiche con questi gruppi, convinti che collaborare con loro offra vantaggi economici. Con la scusa di promettere investimenti o partnership commerciali, si nasconde il vero obiettivo: trasformare imprese rispettabili in scudi che rendano difficile l’individuazione di attività illecite.

Dagli angoli bui del traffico di droga al commercio illegale, questo fenomeno è andato oltre le attività tradizionali e familiari e si è diversificato in aree diverse come il traffico di migranti, la tratta di esseri umani e lo sfruttamento delle risorse ambientali.

Nei quartieri e nelle comunità, la mancanza di opportunità e la persistente disuguaglianza hanno contribuito a rendere il reclutamento un processo quasi inevitabile. La disperazione e l’incertezza, alimentate dalla crisi economica e dalla palpabile insicurezza, fanno sì che molti vedano in questi gruppi un’alternativa, un percorso che promette protezione e una forma di appartenenza in mezzo al caos. La criminalità organizzata si nutre quindi della deprivazione sociale, estendendo i suoi tentacoli in ogni angolo vulnerabile della società, dal commercio formale alle istituzioni che dovrebbero occuparsi del bene comune.

Le strutture flessibili e adattabili di queste reti consentono loro di passare rapidamente da un crimine all’altro, operando senza un’eccessiva dipendenza da una leadership centralizzata e coordinandosi in modo quasi collegiale. Questo dinamismo ha trasformato la criminalità organizzata in un fenomeno destabilizzante a livello regionale, i cui effetti sono visibili nell’aumento degli omicidi, nell’intensificazione di altre forme di violenza e nello sconvolgimento della vita quotidiana in quei territori che storicamente hanno lottato per raggiungere una vita dignitosa.

Dai corridoi degli uffici agli angoli di strade dimenticate, la storia ha molteplici protagonisti. Uomini d’affari, alcuni estranei, altri complici, e cittadini che, senza saperlo, sono immersi nella rete di una strategia che cresce a passi da gigante, formando un mosaico complesso. Quelli che a prima vista potrebbero essere interpretati come semplici casi isolati, in realtà rispondono a una tendenza preoccupante: la trasformazione della criminalità in una forza capace di mimetizzarsi dietro il mantello della legalità.

Di fronte a questo fenomeno, è indispensabile sviluppare strategie coordinate a livello nazionale, regionale e globale. Solo affrontando le sfide con un approccio olistico che comprenda gli aspetti sociali, politici, economici, storici e ambientali possiamo sperare di invertire la crescita di questi gruppi. La realtà della criminalità organizzata in America Latina ci chiama a una profonda riflessione: come tessere reti interistituzionali, intraecclesiali e intercongregazionali che garantiscano la difesa dei diritti umani e promuovano una vita dignitosa per le popolazioni più vulnerabili?

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