L'amico juventino è su di giri: «Visto? Siamo tornati in Europa alla grande. E se avesse giocato anche Pirlo avremmo battuto il Chelsea facilmente...». Visto? I grandi non sono mai abbastanza grandi. Anzi: sono i primi a essere criticati. I Piedi Buoni hanno sempre vita difficile. E raramente ci si chiede perché un Baggio, un Del Piero, un Cassano non possano mai essere al di sotto della loro fama, anche quando questa non è volatile ma concreta. È vero, la Juve poteva uscire da Stamford Bridge vittoriosa anziché con un pareggio, e non solo per la traversa degli ultimi minuti. Ma perché non chiedersi, innanzitutto, perché Conte/Carrera abbiano deciso di sostituire Giovinco solo dopo settantacinque minuti di infelice esposizione per latente fragilità? L'Europa è un'altra cosa e il piccolo campione deve ancora farsi... le ossa, magari prendendo esempio da Lionel Messi che ha un fisico di poco più potente ma è tecnicamente e personalmente più autorevole: risultato raggiunto dopo anni di pesanti sacrifici. Pagella brutta per Pirlo, bravi tutti gli altri, Marchisio bravissimo: è il caso di puntualizzare il seducente dettaglio tecnico. Come usava in tempi nonsolotelevisivi. Ho affrontato l'argomento dopo la finale degli Europei, quando abbiamo visto Pirlo ingabbiato e reso impotente dagli spagnoli; e prim'ancora, un anno fa, commentando Catania-Juventus, finita 1 a 1 dopo il vantaggio di Berghessio e il pareggio del desaparecido Krasic. Anche allora ci fu poco Pirlo, circondato dagli avversari e controllato con efficacia - e senza scarponeria - dal bravo Lodi che al tempo stesso si liberava per costruire gioco. Proprio come l'altra sera ha fatto il fenomenale giovanissimo Oscar, capace - da vero brasiliano - di assillare Pirlo e nel contempo segnare due gol. Solo dopo la sua uscita il neobarbuto juventino è riuscito a rifiatare. Troppo tardi. Dunque: cosa dovevano fare, in tempi diversi, Conte, Prandelli e Carrera per difendere le virtù di Pirlo? Faccio ricorso a un aneddoto... storico: un giorno Gianni Agnelli vide il suo pupillo Platini fumare e lo rimproverò. Michel ebbe allora una delle sue famose battute: «Avvocato, non si preoccupi: l'importante è che non fumi Bonini...». Bonini, secondo saggia disposizione del suo mentore Trapattoni, si consumava felicemente sul campo al servizio del suo Roi. Tanti anni prima, incontrando Giovanni Lodetti, quasi mio coetaneo, gli feci notare come, neppur trentenne, sembrava precocemente invecchiato; non fece una piega e mi disse: «Fattelo spiegare da Rivera». Pirlo, bontà sua, non è abbastanza presuntuoso da chiedere “protezione” e ausilio, ma dovrebbe pensarci Conte a difenderlo quando si prevede - o si vede - il fuoriclasse annullato da una marcatura tanto asfissiante quanto lecita. Ma nel centrocampo della Juve non ci sono... ausiliari e Marchisio, quando Pirlo è in defaillance, diventa addirittura protagonista. Non faccio nomi, mi accontento di sollevare il problema. Ma per favore, non cominciate a processare Pirlo, uno degli ultimi grandi del nostro calcio. Lo ha fatto Allegri e s'è visto come è andata a finire.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: