Etimologicamente, il fitofarmaco è la medicina della pianta. La aiuta a crescere meglio e anche a produrre di più. Può essere di origine chimica, come molti erbicidi, e naturale, come gli olii vegetali che esercitano un’azione insetticida. Ampliandosi lo spettro d’azione, si è iniziato a chiamarli agrofarmaci, in contrapposizione a “pesticidi”: entrambi individuano sostanze (e microrganismi) che debellano organismi vegetali o animali dannosi, ma i secondi portano con sé l’accezione negativa di nemici dell’ambiente e come tali sono una delle parole chiave della transizione ecologica.

© Riproduzione riservata