Eccoci pronti a riprendere in mano le chiavi delle nostre vite, come se fossimo a un nuovo esame di guida. Abbiamo guidato fino a poco tempo fa le nostre esistenze con la scontatezza della metropolitana che arrivava o lo stadio che si riempiva. Con l’ abbraccio della persona cara, sempre disponibile, o la serata al cinema. Poi qualcuno ci ha sospeso la patente e improvvisamente tutto è divenuto qualcosa del quale non si vedeva la fine. Ci siamo contagiati tutti della consapevolezza del doversi fermare, in un mondo abituato a correre sempre e nonostante tutto. Vivere la reclusione perdendo ciò che ci apparteneva è stata l’occasione di apprezzare molti aspetti della nostra esistenza. Non è certo stato facile. La tecnologia ci ha aiutato con le videochiamate e il lavoro da casa, annullando però in un attimo il caldo animo umano altrui che ci riscaldava ogni giorno, che ci faceva emozionare, arrabbiare e gioire. Tutto scomparso in un istante. Guanti e mascherine ovunque, distanziamento fisico. Ci siamo trovati di colpo a ripassare le nozioni di guida della nostra vita. Pensavo qualche giorno fa a quanta fatica farei oggi a sostenere di nuovo quell’esame. Concetti dimenticati, altri automatici: dai la precedenza a destra, con linea fissa sulla mezzeria non sorpassare, col semaforo arancione meglio fermarsi. Da Lettera dal virus di Darinka Montico: «Abbiamo rotto il frenetico vortice di illusioni e obblighi che vi hanno impedito di alzare gli occhi al cielo, guardare le stelle, ascoltare il mare, farvi cullare dai cinguettii degli uccelli, rotolarvi nei prati, cogliere una mela dall’albero, sorridere a un animale nel bosco, respirare la montagna, ascoltare il buon senso. Abbiamo dovuto romperlo. Non potete sostituire Dio. Il nostro obbligo è reciproco. Come è sempre stato, anche se ve lo siete dimenticati». Recuperare tempi più umani, imparare ad ascoltarsi, apprezzare quello che pare ovvio, dare più importanza agli affetti e meno alle cose materiali. Ecco le risposte che sceglierei oggi nel test di guida della vita.
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