Ieri ricorreva il quarto anniversario della rinuncia di Benedetto XVI al ministero petrino, e tra i materiali proposti dalla Rete dell'informazione ecclesiale digitale mi hanno attratto due belle interviste rilasciate da padre Federico Lombardi, che all'epoca dirigeva la Sala stampa della Santa Sede. Le hanno raccolte Alessandro Gisotti per la Radio Vaticana ( tinyurl.com/jf6d9yo ), ripresa anche sul sito di “Avvenire”, e Cristiana Caricato per Tg2000 ( tinyurl.com/jshd226 ). In entrambe padre Lombardi, testimone privilegiato, risponde a proposito di questi quattro anni, della vita quotidiana del Papa emerito e della spiritualità che la nutre, e naturalmente dei rapporti tra questi e papa Francesco. Ma in quella a Tv2000, più ampia, tutta la prima metà è occupata dalla rievocazione di quel giorno e di quelli che l'hanno seguito. Giorni irripetibili, anche dal punto di vista informativo: c'era da raccontare una storia senza alcun precedente.
Ecco i dati che all'epoca raccolsi sulla base della rassegna stampa: a fronte di una media di 24 titoli religiosi al giorno, dal 12 al 28, quando la rinuncia divenne effettiva, si poterono leggere in Italia circa 1.600 titoli religiosi, di cui 650 solo nei primi 4 giorni, e di questi oltre 300 il primo giorno.
Padre Lombardi non poteva non averlo previsto: e infatti dice che era «consapevole della gravità del momento» e «della eccezionalità della situazione». Tuttavia, sebbene incalzato dalle domande, ribadisce la grande serenità con la quale ha affrontato il proprio compito e respinge l'idea che si sia trattato, per lui (e anche per papa Benedetto), di un momento drammatico o di sgomento. E con esemplare semplicità fa risalire quella sua serenità alla preparazione di fronte alle domande che l'opinione pubblica – attraverso i giornalisti accorsi già alla prima conferenza stampa, il giorno stesso – gli avrebbe rivolto: «Gli elementi essenziali mi erano del tutto chiari». Ci ho visto una lezione, di metodo e di stile.
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