Patrizia era una grande osservatrice. E i suoi giudizi sui compagni mi sorprendevano sempre. Luigi è dispettoso, ma per allegria. Gianni guarda dalla finestra e sembra che voglia imparare a volare. Mirko ha sempre il broncio. Se un bacino bastasse a farglielo passare, glielo darei. Maestro, secondo te saranno così anche da grandi?
Dicevo a Patrizia che i bambini cambiano anno dopo anno. Diventano ragazzi, infine uomini. E a volte fanno incontri e affrontano esperienze che li trasformano completamente. Nessuna vita è segnata in partenza. A me è sempre piaciuto pensarlo. Altrimenti perché facevo il maestro? Quando entravo in classe mi portavo dentro la convinzione che, almeno in parte, sarei riuscito a cambiare in meglio la vita dei miei alunni. Con qualcuno sarebbe bastata una parola, con un altro un esempio, con un altro ci sarebbe voluto un discorso più lungo. In certi occasioni andavo a trovarli a casa e chiacchieravo con i genitori che non avevano tempo di venire a scuola a parlare con me dei loro figli. Molti dei miei alunni non li ho mai persi di vista del tutto. E quando ci ritrovavamo in tanti in una pizzeria, in una piazza o sotto i portici, a tutti chiedevo se studiavano ancora volentieri, se erano contenti del lavoro che facevano e se potevo fare qualcosa per chi non lo aveva ancora trovato. Prima di parlare con me, tuttavia, si guardavano tra loro, sembravano non riconoscersi. Come stai? Cosa fai? Chi frequenti? Sei diverso, non so. Anche tu. Hai perso la tua timidezza? Mettimi alla prova. Avevano vent'anni. Qualcuno era dimagrito, qualcuno ingrassato, qualcuno aveva i capelli corti, qualcuno li aveva lunghi, con il codino. Tutti sprigionavano voglia di vivere con un gesto, un sorriso, una pacca sulle spalle, un'ironia discreta sul trucco che sfoggiavano le ragazze. Io li guardavo, cercavo di indovinare cos'era rimasto e cos'era cambiato della loro infanzia e cosa ne era stato dei miei sforzi per aiutarli a stare meglio con se stessi. Prima di lasciarci, però, c'era sempre qualcuno che, un po' imbarazzato, mi chiedeva il numero di telefono per un consiglio: proprio come facevano da piccoli, quando era difficile scegliere da soli. E Patrizia? Chissà se, oggi che ha marito e figli, ha conservato il suo sguardo acuto e curioso di bambina. Lo spero.
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