Quel che sta succedendo alla Juventus è drammaticamente scandaloso. È scandaloso cadere tanto in basso dopo aver promesso ai "clienti" grandi imprese. È scandaloso offendere tanta gente esponendola al pubblico ludibrio a causa di un sentimento sportivo, di una passione un tempo motivo d'orgoglio. È scandaloso vedere all'opera apprendisti stregoni che da settimane si contraddicono esibendo colpevoli il giorno prima innocenti e annunciando rafforzamenti alla faccia dei pedatori in servizio: questi, naturalmente, battono la fiacca e ridicolizzano la Signora. È scandaloso - con l'aria che tira - sentir dirigenti cosiddetti responsabili annunciare la disponibilità di cento, anzi duecento milioni di euro per il rafforzamento. Volendo, potrei andar di filippica per altre cento righe, ma forse non vale la pena: a Torino opera una compagnia di geni ai quali i graffietti della critica non fanno un baffo; riescono soltanto - costoro - a far vieppiù rimpiangere Luciano Moggi, il quale se la ride beffardo, ma dovrebbe confessare che con certi compagni di viaggio non avrebbe peso neppure la sua celebrata abilità (e mi limito alle armi lecite, naturalmente, che il sor Luciano sapeva usare magistralmente). Assumo la difesa dei tifosi juventini perché ne conosco le pene: a decine, centinaia, fino all'altro giorno - si fa per dire - mi insultavano sui social network accusandomi di essere un pericoloso nemico della Signora dai tempi di Calciopoli, dunque colpevole anche del suo presente malessere; poi si sono accorti che non c'è Agnelli che tenga, visto che l'Andrea da me tempo fa elogiato è impegnato soprattutto a chiedere la restituzione dello "scudetto di cartone" malamente finito all'Inter piuttosto che a controllare la gestione della "sua" squadra; e si sono accorti che il Padroncino Elkann butta a mare sorridendo angelicamente quel Buffon ch'è comunque una ricchezza della Juve e che oggi, grazie alla svalutazione fattane, se resta lo fa con cuore amaro, se va lo pagano la metà di quel che vale. Non ne ha azzeccata una, la Juve, al mercato, raccattando bidoni; in Lega, associandosi ai pre-potenti che non le hanno mai offerto solidarietà; nella comunicazione, con esternazioni ufficiali e ufficiose sempre carenti di chiarezza; nel marketing, inventandosi una divisa che pare l'etichetta di un salame; nei rapporti tecnici come in quelli umani, accusando giocatori e scaricando l'allenatore. Il quale, a ben vedere, una colpa ce l'ha: è un presuntuoso. Gigi Del Neri, che stimo assai, ha creduto - certo ammaliato dalla sirena Marotta - di poter essere "da Juve" nel momento in cui mancava proprio la Juve. In altri tempi gli sarebbe andata meglio, qualcuno lo avrebbe protetto e lasciato lavorare, naturalmente dopo avergli messo a disposizione una squadra e non un'Armata Brancaleone. Si dice, infatti, che la Juve ha spesso arruolato tecnici "di casa" come Parola e Vycpalek o di primo pelo come Trapattoni e Lippi: è vero, ma era una società di alto livello guidata da personaggi come Boniperti o da una Triade non ancora infurbita. Questa Juve ha sottovalutato il bravo Deschamps, ha offeso l'ottimo Ranieri, ha bruciato il buon Ferrara, ha scomodato il signor Zaccheroni; ora - dopo avere disturbato Mazzarri - butta a mare Del Neri per sostituirlo, pare, con Conte. E forse ci vede bene. Forse qualcuno s'è reso conto che il biondo (?) ex capitano va riportato a casa non solo perché ha dimostrato capacità tecnica ma soprattutto perché potrà essere per tutti esempio importante di juventinità.
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