Colpi contati
martedì 24 settembre 2024
Per il decimo compleanno mia madre mi portò al Luna Park. Raggiungevo l’età di doppia cifra, origine delle decine seguenti. Fu scontenta per la spesa pagata al tirassegno con il fucile a aria compressa. Lo sputo secco del proiettile, lo scoppio dei palloncini che ancora riproduco quando applaudo: tirai da spensierato la raffica costosa, ignaro della spesa. Lo scontento di mamma ha bloccato il ricordo di quel giorno. Dei compleanni rimane l’impressione di quello e dei balordi minuti al banco del tirassegno. Non mi sono più avvicinato a un altro padiglione di tiro a bersaglio. Bastò una volta per tutte. Fui d’improvviso consapevole di uno strappo. Eccomi di dieci anni, un bambino diventato diverso da quello del giorno prima. Ero stato avvertito del numero limitato di colpi a disposizione. Era finito il gratis dell’infanzia, la sua durata indefinita. Cominciava il tempo contato, del quale rispondere alla cassa. Quei colpi li presi per una profezia: erano il numero degli anni assegnati. L’ho saputo in quel momento, poi l’ho dimenticato. Mi fu suggerito di tirarne più che potevo, sarei vissuto quanto il loro conteggio. Non so quanti furono, né quanto costarono. © riproduzione riservata
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