La scadenza di sabato 10 ottobre con l'Inps per i contributi di colf e badanti va osservata applicando gli importi relativi al vecchio contratto collettivo scaduto. Sulle novità introdotte dal nuovo contratto, entrato in vigore da questo 1° ottobre, l'Inps darà prossime comunicazioni. Nel complesso, il nuovo accordo nazionale segna un netto miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore, introducendo, in particolare, aumenti economici per professionalità e nuove indennità per l'assistenza a bambini e a persone non autosufficienti. Un tocco di eleganza riveste il nuovo termine di "assistenti familiari", ma che difficilmente potrà sostituire il più familiare "colf e badanti".
In ogni caso il netto salto di qualità del nuovo contratto collettivo ricade inevitabilmente sulle famiglie che osservano le regole del settore domestico (retribuzioni e contributi Inps), sempre più in grande difficoltà e ora chiamate a un ulteriore sforzo economico.
Sono circa 860mila le persone con un regolare rapporto di lavoro domestico (intero o a ore), per il 90% donne ma, secondo le stime sul sommerso, una fascia molto più ampia di circa 1 milione e 200 mila colf e badanti lavora in nero. Un sommerso di necessità, indotto anche dagli scarsi sostegni sociali e fiscali per le famiglie con più figli o con anziani da assistere.
Il recupero di questo sommerso, almeno in alta percentuale e con tutti gli evidenti vantaggi per una regolarizzazione del settore, passa dalla deducibilità integrale di tutti i costi sostenuti per il lavoro domestico e per l'assistenza familiare.
Il rischio di abusi e di connivenze, che finora ha potuto frenare la scelta della completa deducibilità (più volte proposta) della spesa domestica, è ora superabile grazie alla tecnologia. Attraverso app, pc, tablet ecc. sono oggi facilmente comunicabili all'Inps l'effettivo inizio e fine di qualsiasi prestazione domestica (con copertura Inail garantita) e con i relativi compensi. L'Inps verrebbe così garantito della contribuzione dovuta (superando anche il complesso sistema dei versamenti trimestrali) e, per i suoi aspetti, il Fisco avrebbe traccia degli importi deducibili e delle dichiarazioni fiscali delle lavoratrici. Infine gli interessati, il datore di lavoro e la lavoratrice ciascuno per la sua parte, non avrebbero interesse a dichiarazioni non veritiere.
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