Lupus (solo un po') giocoso. Giovedì su (quasi) tutti i giornali grande spazio al "no" della Cei alla tassa sui permessi per gli immigrati. "Corsera" e "Repubblica" ne fanno persino l'"apertura" di prima pagina, e sugli altri grande rilievo. Ieri mattina anche "Radioanch'io" del GrRai ne discute per un'ora. Con giudizi per lo più positivi, salvo quello di Adriano Prosperi ieri: «blande proteste» ("Repubblica", p. 44). Voleva la guerra! Eccezioni? Di due tipi. "Il Giornale" punta il binocolo al rovescio sulla notizia " scomoda per la casa madre " relegandola in un trafiletto a p. 6, ma poi (p. 1 e stessa p. 6) ricorre ad un monsignore di Vittorio Veneto di cognome "Sant" " il massimo, perciò! " per annunciare in suo nome, anche se «sembra poco caritatevole»: «Stranieri disoccupati, tornatevene a casa»! Coerenza pregiudiziale. Nel genere sale anche, ma sul palco del "Corsera" (p. 2), l'allegro matematico da spettacolo: "Odifreddi: l'ingerenza è inaccettabile anche quando le parole ci piacciono". Ohibò! La sostanza del discorso è la solita: A prescindere, Papa, vescovi, preti e cattolici come tali, non debbono parlare! E a proposito: se a Genova sarebbero stati tanti gli autisti di bus e tram a non voler condurre le vetture con pubblicità anti-Dio, Malpelo può indicare " anche con le dita di due mani " un buon numero di autisti supplenti pronti all'uso, disponibilissimi a parlare da soli a tutti " come sempre, e spesso anche in Tv servizio pubblico " e a non ascoltare nessuno contrario. Si sa: sempre «servizio pubblico». Anche su tram e bus «è vietato parlare al conducente».
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