«Il romanticismo può essere inteso come co-naissance al mondo: suo scopo ultimo il significato rinnovato della realtà. Ma la Bibbia esercita un ruolo anche da un punto di vista squisitamente letterario. In quanto mescolanza di generi, la Bibbia è il testo che per antonomasia sembra contrapporsi alle forme fisse che erano state del classicismo. L'Esodo ispira la resistenza del popolo laddove sia conosciuta la Bibbia e vi sia oppressione». In un saggio dedicato all'eredità biblica nel melodramma (Dalla Bibbia al Nabucco), Francesca Sofia indaga con finezza sui nessi tra romanticismo e Scrittura. In un tempo in cui i poeti erano anche veggenti e profeti, inventori del senso del mondo e - come scriveva Novalis - anche "sacerdoti", le idee e le figure bibliche ebbero un ruolo di primissimo piano. Giuseppe Mazzini s'ispirava alla storia d'Israele quando affermava che gli uomini sono: «creati liberi, uguali, fratelli, figli tutti di Dio». Concetti che trovano recentissima eco nella Fratelli tutti.
Lamartaine e Hugo vedevano Gesù accedere alla sua divinità sulla Croce, laddove condivideva il mare della miseria umana.
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