Il cielo non è solo realtà attraente e benefica. Anche per lui esiste un aspetto duro, sgradevole e foriero di morte. Sopra di esso si trova tutto ciò che può beneficare l'uomo e dargli una vita prospera: depositi della neve (Gb 38,22), riserve dei venti (Sal 135,7), scorta di pioggia (Dt 11,11; Is 55,10). Bisogna tuttavia domandarsi se le vie di comunicazione tra cielo e terra perché passi ciò che serve alla vita sono sempre aperte. In caso di risposta negativa da chi dipende l'interruzione della comunicazione? Dio affida questi passaggi determinanti per ciò che vive al cuore dell'uomo. In Deuteronomio leggiamo: «Ma se non obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, se non cercherai di eseguire tutti i suoi comandi e tutte le sue leggi che oggi io ti prescrivo, verranno su di te e ti colpiranno tutte queste maledizioni» (28,15). Nell'elenco che segue tra l'altro si legge: «Il cielo sarà di bronzo sopra il tuo capo» (28,23). Prosegue il testo: «Il Signore darà come pioggia alla tua terra sabbia e polvere, che scenderanno dal cielo su di te, finché tu sia distrutto» (28,24). Il cielo è così ridotto a un soffitto dal quale si staccano gli elementi con cui è stato edificato, minacciando di morte chi si trova sotto. Il cielo divenuto bronzo, il metallo con cui sono fabbricate le porte della morte (Sal 107,16) è lo specchio del cuore umano indurito nell'ascolto e impermeabile alla voce di Dio.
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