Chiudere gli occhi
venerdì 15 novembre 2024
Mentre il mondo odia, spara, urla e sporca, provo a cercare un antidoto, una pastiglia quotidiana, un raggio di bellezza. Allora chiudo gli occhi e penso alle cose che mi piacciono. Come l’umiltà di chi sa chiedere senza spingere, la meraviglia di chi ancora si stupisce di fronte a un tramonto, il mistero del volto di una donna di spalle, l’odore della brace, le briciole di pane, gli oggetti che nessuno usa più, la luce del sorriso di mia figlia. Mi piace il verbo sorprendere, perché è un misto tra sorridi e prendimi. Mi piace un ricordo che mi viene a trovare, la sfrontatezza di due ragazzi che si baciano su una panchina, la concentrazione di chi legge un libro in metrò, l’educazione di chi chiede scusa quando è in ritardo. Mi piace pensare che non tutti quelli che piangono sono tristi. E che non tutti quelli che vagano si sono perduti. Mi piace chi non ha ancora capito come raccapezzarsi su questa terra, ma che non si arrende comunque. Chi combatte ogni giorno per essere felice, chi suona un violino per strada. Mi piace pensare al destino, che per tutti è un percorso ma che in lingua spagnola è un arrivo. Mi piace, tra tutte le altre, la lettera “e” perché a scriverla disegna un nodo. Lo so, chiudere gli occhi e pensare solo al bello è un’illusione e non basta a cambiare le cose. Ma così, per un attimo almeno, tutto ritorna non solo sopportabile, ma quasi meraviglioso. © riproduzione riservata
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