Leggendolo, «viene da chiedersi se il formato testuale classico a cui è consegnato non gli stia addirittura stretto e se il messaggio non risulterebbe più fruibile tramite il ricorso alle tecnologie comunicative multimediali oggi disponibili, che consentono di articolare una pluralità di linguaggi, compreso quello delle immagini e dei video, e permettono al fruitore di muoversi anche lungo traiettorie non lineari grazie alla rete dei link». Si sta parlando, come è facile intuire, della esortazione apostolica Christus vivit, legata al Sinodo sui giovani del 2018 e resa pubblica ieri. Chi si esprime così, sul sito della rivista "Aggiornamenti sociali" ( tinyurl.com/y5ojmcvw ), ha un titolo speciale per essere ascoltato, trattandosi di don Rossano Sala e di padre Giacomo Costa, che di quel Sinodo furono i segretari (appunto) speciali. Scorrendolo, e non ancora leggendolo come si deve, avevo avuto anch'io la sensazione che il testo avesse ben presente «le modalità espressive e comunicative tipiche del nostro mondo», colpito immediatamente dalla scelta, compiuta in alcune parti del documento, di rivolgersi direttamente ai lettori giovani con un «tu» dal sapore indubitabilmente disintermediato – per non dire "social". Ma quel che don Sala e padre Costa aggiungono a conclusione di questo inizio della loro corposa guida di lettura mi interpella molto al di là del caso specifico della Christus vivit: «Si tratta di potenzialità comunicative che finora il magistero della Chiesa non ha utilizzato, ma che sarebbe bene cominciare a esplorare per poter raggiungere con maggiore efficacia generazioni sempre più numerose che crescono in una cultura multimediale e non solo in quella della parola scritta». Se questa è la sfida, non c'è dubbio che le sue dimensioni si misurino in... terabyte e che i suoi contorni siano ancora in gran parte da definire. Ma sono convinto che ne valga la pena.
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