Ieri su "Repubblica" (p. 33) una lettera su "Educazione sessuale e Chiesa cattolica" ironizza sulle recenti parole di Benedetto XVI. Soliti malintesi: qualche cervello laico su "Europa" prima scrive che ha letto solo «la sintesi del discorso» e poi ne fa una critica assoluta, ovviamente insensata se «la sintesi» era inesatta. E lo era! Ma quella lettera conclude perentoria: «l'educazione sessuale cattolica è una minaccia alla libertà della persona». «Libertà»: ci penso su mentre sfoglio "Repubblica" e su due pagine (44/45) trovo «Fuga dalla libertà. Dostoevskij, le seduzioni del Grande Inquisitore», ove Gustavo Zagrebelsky ragiona a lungo. Temi grandi: «libertà di fronte al bene e al male; libertà come benedizione o maledizione» ecc. E mi colpisce un sommario: «L'opera (di Dostoevskij) non ha nulla a che vedere con l'intolleranza cristiana verso i nemici della fede». Domanda, ma quella intolleranza, esistita davvero, era propriamente «cristiana» o «di cristiani», ancorché autorevoli, che tradivano il verbo cristiano? Già: quando pensi bene e senza fretta le cose si complicano. «Libertà», per esempio: chi si direbbe contro? Chi direbbe che non è una bella cosa? Allora certe distinzioni servono. Se libertà è intesa in senso "psicologico" abbraccia anche l'ambito del male, le stragi, le torture, le persecuzioni razziali, che sono avvenute, purtroppo volute "liberamente" da qualcuno, e non è "benedizione", bensì maledizione. Se libertà è invece in senso "morale", allora deve estendersi solo al bene ed è "benedizione". Due conclusioni: leggere i testi di tutti, cervelli laici e Papi compresi senza fidarsi solo delle sintesi e ragionare, ragionare, ragionare: servirà a tutti.
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