Nel 2008 la produzione di cereali in Italia dovrebbe crescere, ma le condizioni di mercato resteranno ancora difficili. A stimare l'andamento di uno dei comparti strategicamente più importanti per l'agricoltura dello Stivale è stata l'Italmopa, che riunisce i molini italiani e che ha lanciato un primo avvertimento: i prezzi probabilmente non scenderanno. Intanto, la situazione a livello mondiale non sembra migliorare.
Secondo le aziende molitorie, il 2008 dovrebbe far registrare un incremento dei volumi di frumento duro del 30% e di quello tenero del 10%. La campagna di raccolta ha avuto però un andamento a "macchia di leopardo" con aree in cui le previsioni sono più che ottimistiche accanto ad altre in difficoltà. In Toscana e nelle Marche, al Centro, in Puglia e Sicilia, al Sud, i dati sono positivi mentre "qualche difficoltà" si osserva al Nord, in particolare in Piemonte e Lombardia dove hanno pesato sui risultati le piogge di maggio e giugno.
Si salvano invece le produzioni di grano tenero in Emilia Romagna e Veneto. Gli industriali però mettono le mani avanti: i prezzi dei cereali saranno "sostenuti" anche quest'anno, ma comunque "piuttosto lontani" dai livelli record del 2007 e dei mesi scorsi. Niente fiammate o tensioni nelle contrattazioni, quindi, salvo speculazioni che con la produzione hanno poco che a che fare.
Azioni che, invece, continuano a mettere in crisi ormai ciclicamente i mercati mondiali. La Fao poi ha lanciato un altro drammatico allarme: nel mondo il numero di persone che soffrono la fame è cresciuto rispetto al 2007 di circa 50 milioni. Alla base del fenomeno, stando alle ultime dichiarazioni del direttore generale dell'organizzazione, Jacques Diouf, proprio «l'impennata dei prezzi dei prodotti alimentari». Secondo Djouf, alla base del problema stanno però numerosi fattori: l'aumento della domanda dei prodotti agricoli, la rapida espansione dei biocarburanti e la scarsa produzione dei prodotti alimentari che risente negativamente dal cambiamento climatico, la siccità e le inondazioni in un momento in cui le scorte di cereali sono «al loro livello più basso negli ultimi 30 anni».
Queste tendenze «sono aggravate
da misure restrittive adottate da alcuni paesi esportatori per proteggere i loro consumatori e i fondi speculativi a termine sui mercati». Tutto senza contare l'andamento dei prezzi dei mezzi di produzione. «Da gennaio 2007 ad aprile 2008 " ha detto ancora il direttore generale della Fao " il prezzo dei fertilizzanti
è aumentato più velocemente rispetto ai prezzi delle derrate alimentari». Speculazioni e prezzi troppo alti, poi, vanno di pari passo con i mutamenti climatici che minacciano di abbattere anche del 20-40% i raccolti. Da qui l'appello: occorre investire nell'agricoltura tenendo conto che la percentuale assegnata al settore agricolo nell'assistenza ufficiale allo sviluppo è «scesa dal 17% nel 1980 a solo il 3% nel 2006»..
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