Jenade, 18 anni, falegname grazie al sostegno
sabato 5 luglio 2014
Due associazioni, un unico scopo: trovare sostenitori a distanza per i ragazzi grandi. Sia Ciai che Avsi interpretano un’esigenza che pare sempre più forte nel mondo del sostegno a distanza: dare una mano non solo ai bambini piccoli, ma pensare anche a chi, pur avendo superato l’infanzia, non ha un futuro. Adolescenti e ragazzi hanno altrettanto bisogno di qualcuno che li aiuti nel loro percorso di vita e, purtroppo, non sempre trovano dei sostenitori. E’ il caso di una ragazzina del Burkina Faso, Maria, 12 anni, che vive nella capitale Ouagadougou con la mamma, i suoi sette fratelli e l’anziana nonna; il papà è morto e la mamma, oltre a prendersi cura di tutti, ha un lavoro saltuario che non le consente di  provvedere ad altro che al cibo. E la scuola, in situazioni come questa, diventa un vero e proprio lusso. Ma Maria studia volentieri e sarebbe un peccato dover interrompere la frequenza delle medie. Il sostegno a distanza permetterà a lei di proseguire gli studi e alla madre di acquistare beni di prima necessità per la famiglia, come petrolio per l’illuminazione, prodotti per l’igiene e abbigliamento.Info: Ciai, Donatella Ceralli, via Bordighera 6, 20142 Milano. Tel. 02. 84844429; 346. 9903573; email: donatella.ceralli@ciai.it
Jenade, 18 anni, falegname grazie al sostegnoJenade è un ragazzo di 18 anni, alto, robusto e in buona salute che vive in Rwanda. Ha perso il padre nel 1999. Famiglia numerosa la sua, in sette sotto lo stesso tetto. “Karibu”, benvenuti, accoglie così chi va a trovarlo. Fa sedere gli ospiti su una panca di legno che rivendica orgoglioso come una sua creazione: “L’ho fatta io. E sto lavorando anche a un tavolo e a delle sedie”. Fare il falegname è sempre stato il sogno di Jenade. E’ da questa semplice aspirazione che è nato l’incontro con Avsi, che grazie al sostegno a distanza di una famiglia italiana ha potuto fornirgli il suo primo kit di falegnameria. “Quel momento mi ha cambiato la vita – sostiene il ragazzo -. Nel kit c’erano cinque piccoli scalpelli da legno, una piccola sega manuale e altri attrezzi. Mi sono presentato da un falegname e gli ho proposto di assumermi. Oggi lavoro per lui”. Come Jenade ci sono altri adolescenti ruandesi che sognano di poter apprendere o iniziare un lavoro.
In Kenya per Ignatius una sola occasioneIgnatius, ventenne keniota, un gran talento nella recitazione, viveva in una baraccopoli di Nairobi con la madre e i suoi cinque fratelli dopo che il padre è scappato di casa nel 2001. “Ero troppo piccolo per capire i motivi – racconta –, ma ricordo che andavo casa per casa a chiedere qualcosa da mangiare. Una grande umiliazione per mia madre, ma i venti scellini che guadagnava con il suo lavoro di trasportatrice d’acqua non erano sufficienti”. Quell’anno, però, Ignatius ebbe la fortuna di incontrare padre Dominique, insegnante della scuola Little Prince di Kibera, sostenuta da Avsi, che gli procurò un sostenitore e lo convinse ad andare a scuola. Passare dalla strada ai banchi è stata dura, ma Ignatius ha osato di più iscrivendosi a un corso di recitazione. Fatale l’incontro con un regista americano che girava nello slum dove vive Ignatius e che lo ha voluto nel suo film. Da quel giorno ha deciso di dare tutto se stesso alla recitazione. Il sostegno a distanza di Avsi permette a ragazzi grandi come lui di studiare e mettere a frutto capacità e talenti. Con 312 euro l’anno è possibile aiutarli ad andare a scuola, mangiare, vestirsi, curarsi. Info: sostegno.distanza@avsi.org; Avsi 0547.360811(Per enti e associazioni: d.pozzoli@avvenire.it)
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