Cambiano le date, muta il tempo e il calendario, ma la sete d’Infinito che portiamo nel cuore non cambia mai. Su questo itinerario dell’anima abbiamo bisogno di compagni saggi e maestri autorevoli dal cuore grande. Oggi la liturgia ci propone le figure di due padri orientali, vescovi e dottori della Chiesa, che hanno contribuito a tracciare percorsi di ricerca del divino dall’eco intramontabile: san Basilio Magno e san Gregorio Nazianzeno. Il primo era nato attorno al 330 a Cesarea di Cappadocia e aveva compiuto i primi studi in patria, proseguendo poi la formazione a Costantinopoli e Atene, dove conobbe Gregorio di Nazianzo. Tornato a casa costruì un monastero e compose due regole e per questo è considerato l’orgnizzatore della vita monastica in Asia Minore. Chiamato a collaborare con il vescovo di Cesarea, ne divenne il successore nel 370. Da pastore e teologo contribuì alla definizione della divinità dello Spirito Santo e del dogma trinitario. Spinse perché la formazione classica fosse la base per lo studio della Bibbia. Morì nel 379. Gregorio (329-390), suo amico fin dai tempi degli studi, fu invece vescovo di Sásima, di Costantinopoli e di Nazianzo. Meno portato per il “governo”, seppe approfondire come pochi la teologia, difendendo la divinità del Figlio di Dio.
Altri santi. San Giovanni il Buono, vescovo (VII sec.); beato Guglielmo Repin, sacerdote e martire (1709-1794).
Letture. Romano. 1Gv 2,22-28; Sal 97; Gv 1,19-28.
Ambrosiano. Dn 2,26-35; Sal 97 (98); Fil 1,1-11; Lc 2,28b-32.
t.me/santoavvenire
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