Cinepanettoni d'inverno, cinecocomeri d'estate. Sempre e solo nel nome del disimpegno. Ecco allora che anche la tv, per emulazione, parte in tromba a giugno con i telecocomeri. È il caso di Matrimoni e altre follie, il mercoledì in prima serata su Canale 5, che ci accompagnerà quasi tutta l'estate con ventiquattro episodi in dodici puntate. La fiction, diretta da Laura Muscardin, racconta di quattro nuclei familiari di varia composizione e tipologia, che si trovano a vivere nello stesso nuovo condominio all'apparenza moderno e tecnologico, in realtà molto poco funzionante e decisamente fuori mano. Il primo nucleo, quello che ha più peso nella storia, è la famiglia allargata Rossini-Poletto, ovvero Luisella (Nancy Brilli) e Ivan (Massimo Ghini) con le tre figlie di lei nate dai precedenti due matrimoni. Accanto a questa famiglia molto allargata (anche perché gli ex mariti sono tutt'altro che assenti), ci sono altri casi di convivenza: la coppia matura in lotta con il mondo; la coppia giovane non sposata, ma con figlio; la coppia degli opposti, che non si attraggono per niente; fino al “single sex simbol star” del web, fratello dell'imbranato amministratore del complesso residenziale. Manca solo la famiglia che dovremmo definire “tradizionale” ma che poi sarebbe la famiglia e basta. Forse sempre meno presente nella realtà, ma sicuramente sempre più assente dalla tv. Qua e là in questa fiction ci sono del sentimento e del buon senso, ma sono poca cosa, visto anche che considera (stando al titolo) il matrimonio una follia. Prevale il gioco della difficoltà nel condividere gli spazi vitali, che rappresentano essenzialmente la difficoltà dei rapporti con gli altri. Il tutto trattato con il tono della commedia semplificata. C'è anche da chiedersi cosa si siano inventati gli autori per tirarla avanti così tanto. Alla fine dei primi due episodi c'erano già una coppia scoppiata, una figlia minorenne non rientrata a casa e persino l'improbabile matrimonio in chiesa (visti i precedenti di lei) tra Ivan e Luisella. Anzi, tutto è partito proprio dall'interruzione della cerimonia da parte di uno dei testimoni appellandosi al famoso «chi ha qualcosa da dire lo dica ora o taccia per sempre». Da lì, nella finzione televisiva, si è tornati indietro di tre mesi. Adesso, per sapere come va a finire, bisogno andare avanti di tre, ma nella realtà. E allora non sarà facile.
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