Nella New York degli anni '20 una giovane polacca cattolica sbarca a Ellis Island con la sorella, messa in quarantena per la tubercolosi. Ewa spera nell'aiuto di una zia di Brooklyn, ma viene irretita da un uomo specializzato nell'ingannare ragazze sprovvedute destinate al diventare ballerine e prostitute. Regista americano di origini ebreo-russe, James Gray confeziona, guardando al cinema hollywoodiano anni '30 e a Il diario di un curato di campagna di Bresson, un melodramma formalmente impeccabile, color seppia come le foto d'epoca, costellato di sventurate eroine da romanzo ottocentesco, amori impossibili, ingiustizie sociali, bisogno di riscatto, ma nonostante l'ottimo cast di attori – soprattutto Joaquin Phoenix, Jeremy Renner e Marion Cotillard, che al regista ricorda la Giovanna D'Arco di Renée Falconetti – il film non fa sentire il battito di un cuore pulsante e ci nasconde l'anima dietro visi smunti, sguardi smarriti e lacrime che sembrano di cera. (A. De Lu.)
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