Ho un problema. Nonostante lo frequenti da oltre mezzo secolo, credo nel calcio dal volto umano. Già: i miei critici - a volte anche i miei redattori, quando dirigevo giornali - lo dicevano e lo dicono ridendo, ah ah, quello crede al calcio dal volto umano... A me è bastato conoscere Vittorio Pozzo, Fulvio Bernardini, Enzo Bearzot, Omar Sivori, Gianni Brera e pochi altri indimenticabili protagonisti della Commedia Umana per rafforzare le mie convinzioni. Lo stesso Mourinho mi è parso appartenere al mio mondo che ha anche una non meschina valenza culturale. Come se non bastasse registro da sempre - da cronista, non da filosofo - fatti che mi danno ragione. Prendete Gasperini: se invece di perdersi nel modulo si fosse avventurato a conoscere i suoi uomini, sarebbe ancora lì, proprio dov'è ora Ranieri che mette il modulo in fondo e l'uomo in cima. Un sabato sera, al termine di Milan-Cesena, mi sono incontrato in tivù con Clarence Seedorf: «Complimenti maestro - gli ho detto - vedo che l'età non pesa...». E lui, con quel sorriso splendido splendente: «Non è questione d'età, caro amico, ma di come si vive...». Parlavo con un professionista che vorrebbe vincere la sua quinta Coppa Campioni (Ajax, Real e due volte Milan già in bacheca) e non risulta frequentatore dei vippai notturni e diurni dove si perdono - a volte - talenti di vent'anni. Parlavo con un signore che ha una buona cultura non forgiata da Diabolik e ciapanò; uno che se lo fischiano prende e porta a casa, tanto sa che prima o poi l'applaudiranno. Come l'altra sera, dopo la festa coi birrai cechi. Ecco, proprio l'altra sera, a San Siro, ho rivisto un momento di umanissimo calcio che sfugge all'attenzione dei battinote perduti fra il 4-3-2-1 e il 4-4-2, ovvero 4-2-4 o, come piace a Capello, il 9-1, unico modulo rivelatore dell'astuzia pallonara made in Italy: ho rivisto Cassano raggiante dopo il Gol Duemilan, bella faccia e bel sorriso, felice come il giorno del matrimonio. E ho accostato la sua nottata festosa a quel rapido passaggio di telecamera sul suo pupo in braccio a mammà, sugli spalti. Che medicina, per il mattocchio che scalciava a Roma, buffoneggiava a Madrid, inveiva contro il presidente-papà a Genova e al Milan sembrava alla catena. Allegri ne ha lette di tutti i colori, quest'estate: scribi superficiali Cassano lo hanno praticamente venduto a tutti, anche in B, non interpretando la volontà del Milan ma i propri desideri; perchè Cassano è scomodo, per i narratori dozzinali, nel senso che non omaggia, non bacialemani, è anche dialetticamente autonomo e sta imparando a non farsi strumentalizzare dai media; non sono sicuro che ci riuscirà sempre, ma da quando è papà ci prova, perchè sennò son capaci di dire che oltre a un pessimo soggetto da campo è anche un pessimo padre. Io guardo a Prandelli, alle scelte che fa, come tratta con i suoi ragazzi, con quanta pazienza aiuta Cassano e Balotelli a diventar grandi, in tutti i sensi. Credo che anche il buon Cesare ami il calcio dal volto umano.
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