mercoledì 30 settembre 2020
Una mattina di settembre a Lari (Pisa), paese cartolina raccolto sotto il suo castello, dove la famiglia Martelli produce pasta con il grano della Maremma. I suoi pacchetti gialli colorano le vetrine dei negozi, a indicare un orgoglio collettivo accanto alle ciliegie tipiche. Hanno lavorato tanto in questo difficile 2020 – dice Dino Martelli – perché la richiesta di pasta è aumentata. Giriamo con la mascherina per le vie del paese e ogni volta mi domando: chissà come dev'essere stato il lockdown qui... Ma tornerà? Il pullman di alpini astigiani in gita, che ha provocato un nuovo focolaio, ci ha fatto tornare indietro di sei mesi, quando le cronache parlavano di un caso analogo, sempre una gita di pensionati astigiani che dalla Liguria sono tornati contagiati, con conseguenti decessi. C'è voglia di normalità, ma spesso è un alibi per abbassare la guardia davanti a un pericolo che non è passato. La verità è che nulla è più normale, perché dentro a quei paesi, nei palazzi di città e nei quartieri si nasconde una nuova povertà, che non è stata risolta anche se ci sono state le vacanze e tutto ci è sembrato come prima. Dal Banco Alimentare ci informano che le richieste di aiuto sono cresciute del 40% con punte del 70% soprattutto al Sud. Un grido di allarme ieri è riecheggiato nella celebrazione della prima Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi alimentari, dove il mantra è stata l'economia circolare. Secondo il professor Andrea Segrè, che ha partecipato al Forum digitale promosso da Onu e Fao, un terzo del cibo sulla Terra non arriva in tavola: viene sprecato. E lo spreco alimentare, che è pure causa d'inquinamento, è più accentuato nei Paesi sviluppati, benché durante il lockdown il dato si sia ridotto del 25%. Ma anche su questo, come sulla prevenzione Covid, non ci si può girare dall'altra parte. Con Intesa San Paolo il Banco Alimentare ha dato vita al progetto "RiPescato" per il recupero del pesce confiscato (10 tonnellate l'anno destinate ad essere distrutte) che poi viene lavorato e distribuito ai poveri attraverso gli enti caritativi. Da questo punto di vista vorremmo ascoltare al telegiornale un pronunciamento del governo sulla lotta alla nuova povertà: come si può vivere nell'incertezza, generata non da una sciagura, ma dalla stessa politica che dovrebbe dare le risposte che la nostra fragile società s'aspetta?
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