I quotidiani sono tutti uguali, la gente non cambia mai, tutto è sempre come prima... Inclini come siamo alla malinconia e al pessimismo, potremmo crederci. In realtà i quotidiani sono ricchi di storie di varietà e di cambiamento: spesso positivo, a volte chissà. Che cosa pensare, per esempio, del «colpo di scena» annunciato da Francesco Verderami (“Corriere”, 7/5)? «La trumpiana Meloni sposa la dottrina Biden per salvaguardare “i princìpi fondanti della nostra civiltà”». Si sposta a sinistra? Ricambia la cortesia un “intellettuale rosso” come Slavoj Zizek, intervistato da Raffaella De Santis (“Repubblica”, 7/5): «Sto diventando un po' conservatore. Ho bisogno di regole». Intervista rutilante, in cui Zizek sembra divertirsi un mondo a non prendersi mai troppo sul serio, a tal punto che alla fine De Santis gli chiede: «Non le sembra di aver esagerato con i paradossi?», e lui: «Sono stato molto confuso. Mi aiuti, sia cattiva, manipoli le mie parole come vuole». Delizioso, per chi sa apprezzare.
Le pagine di sport, in queste ore, sono assai più interessanti di quelle considerate da alcuni “il vero giornalismo”, di politica ed economia. Andriy Shevchenko, ct dell'Ucraina e vincitore, ai calci di rigore, di una Champions con il Milan, confida a Enrico Currò il suo segreto per calciare bene i penalty: «La cosa più difficile è non cambiare idea nei 50 metri dalla metà campo al dischetto». Cambia invece idea, ed è felice, la campionessa dei 3.000 siepi Isabel Mattuzzi, che rinuncia alle Olimpiadi per il dottorato in archeologia (Alessandro Fulloni, “Corriere”, 6/5): «Mi sentivo in colpa perché non stavo facendo quello che veramente sognavo, lo studio (...). Corsa e vittoria non sono mai stati il mio obiettivo». E così ha trovato la forza di cambiare.
Della serie “piccoli refusi senza importanza”, cartellino giallo (con comprensione) al “Corriere” di ieri, titolo di pagina 12: «Aut aut di Conte a Casaleggio. L'avvocato: “Ci consegni i dati degli scritti”». Per gli orali vedremo più avanti.
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