sabato 24 giugno 2023
Dollarton, dove c’era il capanno che ospitò Malcolm Lowry, uno dei più grandi scrittori del Novecento, sta a North Vancouver, in terraferma. Ci arrivai con un catamarano un giorno d’estate in compagnia di un’allegra famigliola cinese. Giocavo con la bambina e guardavo l’oceano. Poi presi due autobus per arrivare sino alla lapide commemorativa, nel punto in cui sorgeva la casa prima che s’incendiasse. Questo braccio di mare, al tempo in cui l’autore di Sotto il vulcano e Caustico lunare ci abitò, doveva essere una specie di Paradiso. Il Pacifico continua a entrare dentro l’insenatura come un bisonte infuriato calmando presto i suoi spiriti burrascosi. Per capire Vancouver bisogna fare il giro a piedi dello Stanley Park, una prua verde nel mare azzurro. Io presi l’autobus numero 19, quindi superando Robson Street giunsi alla Seawall Promenade: da lì iniziai a camminare. Sotto il Lions Bridge, a metà strada, osservai l’orizzonte di acqua e schiuma in un pulviscolo di ancestrali lontananze. La vista di cui si gode dalla baia equivale allo sguardo sui crateri delle Canyonlands, nello Utah: per me un’emozione religiosa. Tornando indietro verso il centro di Vancouver ripensai a Malcolm Lowry che si era ritirato qui insieme alla cara Margerie, alla maniera di un monaco alcolizzato. © riproduzione riservata
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