Pare sempre Capodanno. E invece è una di quelle tempeste che chiamiamo elettriche: lampi e tuoni, ma senz'acqua (del buon senso). Così ieri Furio Colombo ("Il Fatto", pp. 1 e 13: «Abbiamo due papi ma zero leader politici») parla della crisi di leadership nell'Italia, non nella Chiesa, e vede capi riconosciuti e riconoscibili solo a destra. Diversi invece i botti senza criterio sulla Chiesa. Ieri ("La Verità", p. 22) Mario Giordano scrive che oggi «Per la Chiesa Gesù conta meno di Repubblica»! "Burattinata" di un collega che si è inventato una presenza in tv fatta di pose alla Pulcinella e mosse alla Benigni di un tempo, e tutte orientate politicamente. È libertà, anche di imitare Pulcinella.
In tema ieri ("Libero", p.15) sotto il logo "Cultura" paginata con titolo: «Quelli che rimettono in croce Gesù». Andrea Cionci, che di recente si è occupato dell'eredità di Giampaolo Pansa, difende eroico «l'ala tradizionalista dei cattolici che si oppone a Papa Francesco» e rivela che in realtà «nella Chiesa stanno avvenendo epocali rivolgimenti a livello dottrinario e teologico mai visti nella sua storia bimillenaria, nemmeno - annota con finezza - sotto papi corrotti e dissoluti come Alessandro VI Borgia»! Esempio di questa rivoluzione attuale sarebbe «il ruolo ormai sacralizzato dei migranti per cui dal diritto di non emigrare di cui parlavano Wojtyla e Ratzinger si è passati al diritto all'accoglienza di Bergoglio». Di qui secondo Cionci «lo smottamento su questioni fondamentali come la giustizia e la misericordia di Dio, su verità di fede come la divinità di Cristo e la perpetua verginità della Madonna».
Lui "dalla cintola in su" come novello Farinata degli Uberti in difesa della fede, manipolando a piacere il magistero della Chiesa. Seguace di Pansa? Forse, ma quello il suo celebre binocolo lo teneva dalla parte giusta...
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