Una Messa per De Gasperi: perché il Signore lo abbia vicino a sé come amico, o perché noi abbiamo bisogno che egli ci ricordi al Signore del cielo e della terra? Ci dobbiamo fidare delle parole degli apostoli sia per la vita di chi abbiamo perduto sia per quello che ci aspetta dopo l'ultimo respiro. E cerchiamo di allontanare l'idea di perdere un giorno, vicino o lontano, questa vita che a volte gettiamo via senza pensare che è l'unica ricchezza che riceviamo gratis, da pagare poi negli anni futuri con le nostre incertezze, le infedeltà, l'assenza di fiducia nelle parole di chi ci ha preceduto. Perché non è quella parte di dolore che sembra spetti a ognuno di noi che ci rende difficile il credere in quel futuro di luce che i santi hanno cercato di trasmettere, ma è il nostro corpo umano che ha bisogno del contatto con le cose, che si ribella ad appassire e non sa immaginarsi in un'altra dimensione. Quanto sa essere bella questa terra sotto la luce del sole, nella furia del vento, nelle tempeste del mare, nell'ombra dei boschi, una bellezza che molte volte abbiamo cercato di rovinare distruggendo senza pietà e senza rimorso la sua e la nostra pace. Le guerre sono il male della nostra anima che si nutre di vendetta e di bisogno di possesso fino al punto di cercare la morte dell'altro anche quando diventa necessario offrire la propria. Sono tanti piccoli conflitti che incendiamo ogni giorno attorno a noi finché le fiamme della incomprensione e della incapacità di comunicare, diventano prepotenza e sopruso. Piccole guerre di famiglia, di gruppo, di associazioni, di paesi, di nazioni, di popoli che si gonfiano come le onde alzate dal vento e, senza ricordare più la ragione prima del conflitto, gettano gli uomini a uccidersi perché solo uno possa gridare vittoria. Nelle mani innocenti dei nostri bambini avevamo messo giochi di guerra per incitarli al coraggio e alla forza, ma sono diventati facilmente prepotenza e vendetta. Le armi sono l'ultimo successo del nostro male che abbiamo coltivato nell'oscurità dell'animo immaginando fosse giustizia, non cercando con maggiore unità e passione, un'altra strada di tolleranza e di aiuto. La pietà, sconosciuta nei nuovi conflitti, sembra non avere più ragione di essere quando le piogge di bombe arrivano da apparecchi pilotati da lontano che non hanno occhi per distinguere il bambino dal guerriero. Questa piccola sfera che gira nell'universo forse un giorno troverà la sua pace per la preghiera dei buoni senza nome, di chi paga le crudeltà degli altri con la solidarietà, la tenerezza, la passione di un amore senza fine.
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