Enrico e Niccolò, due amici, per sempre. Due 17enni sognati dalle ragazze di una struggente Bologna che, ieri come oggi, potrebbe raccontare solo l'occhiocinecamera di Pupi Avati. "Nicco" ed Enrico, talenti e compagni di squadra di quella Primavera del Bologna anni Duemila allenata dal tosco Walter Mazzarri. Niccolò Galli, figlio d'arte, il padre è il portierone azzurro Giovanni. Giudizio universale: Galli jr sarebbe diventato un difensore alla Paolo Maldini (aveva esordito in Serie A a 17 anni, 4 mesi e 8 giorni) se solo il destino crudele non gli fosse entrato a gamba tesa, facendolo scivolare giù dal motorino su un cavalcavia "killer". Niccolò se ne è andato dopo un allenamento in un pomeriggio triste e piovoso del 2001. Una settimana dopo Enrico Spanarello, centrocampista di quella Primavera rossoblù, era pronto per il grande salto in prima squadra, ma un incidente d'auto stava per spedirlo lassù, assieme al suo amico Nicco. Enrico, per quattro mesi dormì profondamente alla Casa del Risveglio. Riaprì gli occhi sulle note dolci dei Lunapop con Cesare Cremonini che lo ninnava con «Cosa mi aspetto dal domani?». Enrico si aspettava di tornare in campo, invece… Un lento ritorno a una vita normale da una sedia a rotelle, senza neppure la consolazione di rivedere il "suo" Nicco. «Lo sogno tutte le notti, camminiamo insieme e parliamo di tante cose. Io, in fondo, sono stato più fortunato».
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