Papa Francesco è in viaggio in America Latina, e va da sé che la “maggioranza relativa” degli articoli pubblicati nelle ultime ore nella blogosfera ecclesiale racconti e ragioni di questo. Ma subito dietro, con un risultato che merita di essere sottolineato, si trova il papa emerito Benedetto XVI, che guadagna il 20% dei titoli con le parole che, appena giunto a Castelgandolfo, ha pronunciato ricevendo dalle mani del cardinal Dziwisz un dottorato honoris causa da parte della Pontificia università e dell'Accademia di musica di Cracovia.Qualcuno dirà che questo interesse è figlio della curiosità, dal momento che papa Ratzinger parla raramente in pubblico dopo la rinuncia al ministero petrino. Qualcun altro che è merito di Raffaella, la blogger che custodisce sul web la memoria del magistero di Benedetto XVI e che qui ho già presentato. Ma io non lo credo. Credo invece che questo suo testo si sia guadagnato risalto per il semplice fatto che è bellissimo: sereno, equilibrato, intenso, oltre che specchio perfetto della sua teologia. Ne fa fede questo dato: per buona parte, gli articoli e i post si limitano a presentare, integralmente o per abbondanti citazioni, il testo stesso, che è stato reso pubblico tempestivamente dalla Sala stampa della Santa Sede (http://tinyurl.com/nec5v48). E ne fa fede il picco di popolarità che la notizia ha registrato sulle pagine web e Facebook di “Avvenire”.Ciò non toglie che ci si possa divertire a rilevare le sottolineature che qualche autore imprime alla propria cronaca, tali da lasciar intuire la firma prima ancora di averla conosciuta. Ecco dunque Ambrogetti porre l'evidenziatore sulle inequivocabili parole che egli dedica a Giovanni Paolo II. Ecco Accattoli rilevare con evidente gioia la buona salute di cui Benedetto gode. Ed ecco Socci trarre motivo dal discorso ratzingeriano per marcare il proprio dissenso dal programma del Meeting di quest'anno, oltre che per rinnovare sgarbate riserve sull'enciclica Laudato si'.
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