Il più lesto, tra gli amici e le pagine che seguo su Facebook, è stato Mimmo Muolo: senza avventurarsi in complesse trascodifiche, ha fotografato lo schermo che sovrastava i prelati in conferenza stampa e ha postato l'immagine. Succedeva, direi, intorno a mezzogiorno. Usando un artificio analogo, è stato rapido anche l'inviato dell'agenzia i.media, che però non avrei visto se non l'avesse rilanciata dagli Stati Uniti (dove è mattina presto!) Massimo Faggioli. Passano ancora pochi minuti, e mi compare sulla pagina di Avvenire il logo vero e proprio: sto parlando del simbolo grafico del Giubileo della misericordia, presentato ieri ufficialmente, insieme al motto e al calendario di massima, da monsignor Fisichella presso la Sala stampa della Santa Sede. Seguono sul tema, nel giro di un'ora, un'altra decina di post.Frattanto, tra i fan di Avvenire si moltiplicano con una notevole progressione le reazioni: 510 – alle 18, mentre spedisco questo testo al giornale – dicono che quell'icona a loro "piace", 300 la condividono sulle rispettive pagine e 19 la commentano, non troppo benevolmente (secondo cattive pratiche di cui anche di recente si è molto discusso) e senza, pare, averne letto la «spiegazione» (http://tinyurl.com/leqrdub). Chi ha visto e amato, in giro per l'Europa, le opere di padre Marko Ivan Rupnik lo riconosce subito come l'autore, e uno arriva a condividere il mosaico che ha realizzato nella chiesa delle Orsoline di Verona: è da lì che il logo, si direbbe, è tratto.). Chi ha visto e amato, in giro per l'Europa, le opere di padre Marko Ivan Rupnik lo riconosce subito come l'autore, e uno arriva a condividere il mosaico che ha realizzato nella chiesa delle Orsoline di Verona: è da lì che il logo, si direbbe, è tratto.Così funzionano il giornalismo e la comunicazione nell'era della Rete. Una notizia non certo dirompente (chi si chiedeva, ieri, "come sarà il logo del Giubileo della misericordia?") è stata consumata in pochissime ore, trasformando un'immagine che fino a mezzogiorno nessuno aveva ancora visto in un "testo" sul quale abbiamo già misurato il nostro gusto. Quando l'avranno vista nei telegiornali e poi sulla carta dei quotidiani, agli utenti digitali sarà sembrata familiare.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: