Una vincita succosa al superenalotto è una notizia? Sì. Da prima pagina? Se è «Il primo 6 su internet» (“Corriere”, 26/3) sicuramente. Potrebbe incoraggiare un aumento delle giocate? Senza dubbio. Sarà notizia gradita all’industria dell’azzardo? Di sicuro. Certamente non sgradito sarà l’entusiasmo con cui Alfio Sciacca racconta del colpo di fortuna dell’anonimo scommettitore che con appena due euro ha vinto 73,8 milioni per il primo jackpot online: «Una prassi di gioco che da un po’ di tempo a questa parte sta prendendo piede non solo perché più comoda, ma anche perché permette di restare il più possibile anonimi». Nella mezza pagina c’è anche un inquadrato in cui si spiega «come si gioca». Informazione nuda e cruda? Informazione pubblicitaria di fatto? Consigli per gli acquisti, per dirla con Costanzo? Via, è solo mezza pagina... Però il giorno dopo (27/3) il “Corriere” aumenta la dose, stavolta con due terzi di pagina, dal titolo entusiasta: «Mezzo milione di scommettitori online. App, siti, tasse: la nuova caccia al jackpot». I siti o app autorizzati dai Monopoli di Stato sono 15 ma nel servizio di Sciacca si nomina soltanto Sisal.it, dando la parola a Marco Tiso, il suo Online Managing Director. Non mancano la schermata sul telefonino della home page e l’identikit dei giocatori, tutti maturi – tra i 40 e i 50 anni – con una buona scolarizzazione e giocatori avveduti, da 10 euro di media a settimana. Si sa che circa il 2 per cento dei giocatori sono affetti da Dga (Disturbo da gioco d’azzardo) e circa il 50 per cento del fatturato dell’industria dell’azzardo è “merito” loro. Ma secondo Sisal «di fatto non viene mai superato il tetto di spesa impostato dal giocatore al momento della registrazione». E, assicura Tiso, «se ci accorgiamo di deviazioni tipiche di soggetti problematici interveniamo segnalando che è necessario rivedere le proprie modalità di gioco». In concreto, è come invitare l’alcolizzato a non bere più, ma lasciandogli la bottiglia sotto il naso. Si dirà: sono notizie e vanno date. Però sono notizie anche i tracolli finanziari di chi con l’azzardo rovina sé stesso e la propria famiglia, la propria azienda, e a volte delinque. Ma quasi mai finisce in cronaca. Sarebbe pubblicità negativa all’industria dell’azzardo: un jackpot alla rovescia. Meglio tacere.
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