L'estate televisiva si misura con l'arrivo di Techetechetè, il programma che tra il Tg1 delle 20 e la prima serata accompagna i telespettatori per i mesi di giugno, luglio e agosto, ovvero nel periodo in cui la tv dà fondo a quella grande ricchezza che sono le teche. Il cosiddetto “access time” di Rai 1 ottiene ogni volta un ottimo successo. Risulta simpatico, ha ritmo. Qualche puntata può sembrare un po' più lunga, ma ce ne sono alcune che si seguono davvero con piacere. È il caso di quella di domenica dedicata agli ottant'anni di Arbore. Contrario comunque a ogni forma di commemorazione, il “giullare” (come si definisce lui stesso) si è concesso un solo elemento rievocativo: uno dei gilet indossati ai tempi di Quelli della notte, forse il suo più grande successo, un cult generazionale, un marchio di fabbrica della sua straordinaria avventura televisiva che comprende una quindicina di titoli. Un elenco lunghissimo che Techetechetè ha ripercorso attraverso le sigle e alcune tra le migliori gag: Speciale per voi (in qualche modo il primo talk show); L'altra domenica (l'antesignano dei pomeridiani domenicali); Tagli, ritagli e frattaglie; Telepatria international - Niente paura siamo italiani; Cari amici vicini e lontani; il rammentato Quelli della notte (improvvisazione allo stato puro); Indietro tutta (divertente satira su tutta la televisione degli anni Ottanta: un «programma un po' felliniano», lo definisce il suo autore); Doc; Il caso Sanremo; Cantanapoli international; Caro Totò ti voglio presentare; Meno siamo meglio stiamo. Basterebbe questo elenco per capire quanto Renzo Arbore abbia dato alla tv italiana e soprattutto quanto abbia divertito i telespettatori stravolgendo con garbo e ironia le regole dello spettacolo già a partire dalla radio. Memorabile e ineguagliabile Alto gradimento con l'amico di sempre, Gianni Boncompagni. E poi, tralasciando il cinema, “L'orchestra italiana” con la quale ha girato il mondo accolto ogni volta in modo trionfale. Ma quando tornerà Arbore in tv? «Quando mi chiamano», risponde lui. Tra l'altro è uno dei pochissimi a non aver mai tradito la Rai. Un gran signore anche in questo, oltre che persona sensibile e di particolare disponibilità anche nei confronti del nostro giornale. Ci perdonerà, pertanto, se ci uniamo a quel coro degli auguri a lui per niente gradito.
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