L'avaro è impaziente di arricchire, ma non pensa che gli piomberà addosso la miseria (Pr 28,22).
C'è più gioia nel dare che nel ricevere. Generosità è acchiappare i suoni delle festa nel proprio cuore, dono concesso di poter donare a chi necessita. Grazia è data a chi permette al dono di diventare offerta e se grande è la meraviglia per chi sente la felicità dentro per felicità offerta, è di sicuro più grande il merito di chi apre il suo uscio all'ingresso della parola, del pane spartito, del pane condiviso. Si è compagni ogni volta che la vita diventa pane, mai tolto dalla bocca del povero, ma consumato senza dimenticare chi ne è privo, fatto cuocere con il fuoco della giustizia. Compagni si diventa per le parole che legano destini, per la pace costruita, mai come singola proprietà, egoistica sicurezza, ma come frontiera da passare con gli altri, amicizia sincera da spartire. Avarizia è malattia dell'anima, godimento per non trovare gioia, che lascia soli nel consumare il futuro, imbrigliati nelle reti del possesso, affogati nei forzieri dell'inutile successo. Solo dando si riceve, solo offrendo si ottiene in dote: abbondanza è nelle mani del generoso, resto di niente nelle mani dell'avaro. Chi dona con gioia, gioia riceve; offerta diventa il suo dare e il suo dare si trasforma in dolce benedizione.
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