Dopo Uomini e donne
in versione digitale causa Coronavirus, che ci era apparso addirittura peggiore della versione tradizionale, ecco ora le perplessità sulla prima puntata da Fase 2 di Amici speciali (venerdì sera su Canale 5). Niente da dire sull’intento benefico. Apprezzabile l’iniziativa concordata con la Protezione civile che ha portato, in collaborazione con la Tim (che ha pur sempre i suoi buoni motivi), alla donazione di 30 mila tamponi e al rimborso per 5 medici e per 10 operatori socio–sanitari per un mese. Non molto da dire nemmeno sulla dozzina di giovani artisti, tra ballerini e cantanti, che si sono esibiti. Tutti piuttosto bravi, magari qualcuno parla un po’ troppo rischiando di diventare antipatico nel tentativo di fare il simpatico a tutti i costi. C’era comunque molta attesa per questo Amici speciali, anche perché, insieme al ritorno di Crozza la stessa sera su Nove, lo show di Maria De Filippi (molto poco talent in questa circostanza) faceva da apripista al secondo momento della tv ai tempi della pandemia, quello del ritorno in studio, ancora senza pubblico, ma con un buon numero di persone. Oltre ai dodici ragazzi, c’erano altrettanti personaggi tra conduttrice, autori, giurati di vario tipo e rappresentanti delle radie. E poi ballerini, inservienti, macchinisti (che non rispettavano certo il distanziamento sociale) e vigili del fuoco (chiamati anche loro a contribuire agli applausi). Ma la cosa che ha lasciato perplessi è il resto della messa in scena, il contorno alle esibizioni, la parte di spettacolo con il coinvolgimento dei vari Giorgio Panariello, Sabrina Ferilli, Gerry Scotti, Rudy Zerbi... Il bravo Panariello è apparso piuttosto spento (davvero banale la sfilata di moda). La Ferilli e Zerbi vittime dei soliti scherzi hanno dimostrato di avere a disposizione un vocabolario tutt’altro che forbito. Per non parlare dell’improponibile lunghezza del tutto: 3 ore e 20 minuti al netto della pubblicità. Certo tra i due cavalli di battaglia della De Filippi, Uomini e donne e Amici, c’è una bella differenza, a favore del secondo ovviamente. Ma anche Amici resta lontano da quel salto di qualità che lo potrebbe rendere un buon varietà moderno nel senso autentico di spettacolo musicale.
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