Impossibile, in questi venerdì di quaresima e di quarantena, pensare la Via Crucis senza associarla alla prova dell’epidemia che stiamo vivendo: sia che ci disponiamo a meditarla da soli, cercando online o tra vecchi libretti le parole adatte, sia che le nostre comunità organizzino, anche per questo pio esercizio, collegamenti in streaming che ci guidino a celebrarla comunitariamente attraverso le reti sociali. Giunge puntuale all’appuntamento Giorgio Bernardelli ( bit.ly/2UuGlux ), che da anni – coinvolgendo anche altri autori del blog “Vino Nuovo” – propone vie dolorose commentate dai fatti d’attualità, e che è anche stavolta bravissimo nello scegliere dalle cronache del coronavirus gli episodi più prossimi alla salita del Signore sul Golgota. Invece, nella Via Crucis trasmessa via Facebook ( bit.ly/2xbBarp ) la sera del 20 marzo dalla parrocchia di San Rufino a Mondragone (diocesi di Sessa Aurunca, provincia di Caserta; grazie a Luca Caiazzo che me l’ha segnalata), la cronaca fa capolino in modo indiretto, sebbene non meno significativo. Si tratta di un video di circa un’ora, al quale hanno lavorato i gruppi (ragazzi e animatori) delle superiori. Vi sono stati efficacemente assemblati materiali molto diversi quali spezzoni di film sulla Passione (specie quello di Mel Gibson), canti del repertorio pop–rock cristiano, immagini del crocifisso della chiesa parrocchiale, letture dei vangeli. Ma il cuore di questa Via Crucis sono le meditazioni elaborate dai ragazzi e lette da loro stessi nel corso di altrettanti video, ben diversi da quelli ludici che solitamente vengono esibiti sui social network. In essi qualcosa colpisce ancor più della serietà e dell’applicazione con i quali sono stati realizzati. Sono gli scorci di intimità domestica che si intravedono alle loro spalle: un salotto dai mobili austeri, una cucina viva ma non disordinata, le camerette che spesso sussurrano ancora l’infanzia appena passata. #Iorestoacasa, e dalla mia casa accompagno la Via Crucis su cui siamo tutti.