Allevamenti italiani in crisi per la carne importata: oltre al danno, la beffa
domenica 8 maggio 2016
In Italia si consuma sempre meno carne. Segno dei tempi, forse, ma soprattutto indicatore delle possibilità di spesa degli italiani, oltre che risultato di tendenze e mode tutte da verificare. La situazione, tuttavia, adesso è drammatica. Tanto da spingere Coldiretti a scendere in piazza (principalmente a Torino), per denunciare quanto sta accadendo, chiedere sostegno ma, soprattutto, spiegare alla gente che la carne è buona, non fa male e rappresenta una delle tante ricchezze dell'agroalimentare nostrano. Nel 2015, dunque, gli acquisti di carne da parte delle famiglie sono crollati del 9% per quella fresca di maiale, del 6% per quella bovina e dell'1% per quella di pollo come pure per i salumi. Negli ultimi cinque anni avrebbero chiuso quasi 12mila stalle da carne per effetto delle importazioni dall'estero che oggi rappresentano quasi 1/3 dei consumi, con effetti sull'economia, sull'occupazione e sulla sicurezza alimentare. Detto in altro modo, in un lustro sarebbero scomparsi circa trecentomila bovini da carne, mezzo milione di maiali e settecentomila conigli; oggi in Italia sono rimasti appena 80mila allevamenti di bovini da carne, cinquemila di maiali e 4.500 di polli da carne. In gioco – ha precisato la Coldiretti – c'è il futuro delle stalle nazionali e la biodiversità (visto che a rischio di estinzione pare vi siano ben 24 razze di bovini, 10 di maiali e di avicoli), oltre che qualcosa come 180 mila posti di lavoro in tutta la filiera che vale circa 30 miliardi di euro. Eppure, sulla qualità delle carni nazionali nessuno pone dubbi. Il problema, oltre al calo dei consumi in sé, sembra anche dovuto alle importazioni e alle informazioni sbagliate. Da qui la mobilitazione che ha riunito attorno alle stalle un po' tutta la filiera che della carne fa vanto, lucro e alimento importante. Tutto accompagnato dall'hashtag #bracioleallariscossa. Poche le parole d'ordine: educazione e informazione certamente, e poi sostegno economico per le imprese. E non è forse un caso che la giornata di mobilitazione della Coldiretti, sia scattata poche ore dopo la presentazione da parte di Intesa Sanpaolo, insieme al Ministero per le Politiche Agricole, di un pacchetto di credito tutto dedicato all'agricoltura con 6 miliardi di euro in tre anni per incentivare investimenti in innovazione, agevolare l'export e i processi di internazionalizzazione, favorire interventi di ricambio generazionale e di formazione delle risorse. Così come certamente fa pensare che la manifestazione degli allevatori sia avvenuta alla vigilia dell'edizione 2016 di Cibus di Parma, celebrazione del buon agroalimentare nazionale che spopola nel mondo.
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